Recensioni ossia gli « inetti », che hanno affollato la fine del secolo (preceduto di qualche anno dal protagonista di Una vita: siamo con G. Manacorda quando sottolinea nella sua prefazione all'Automa di E.A. Butti che nello stesso 1892 apparve il primo romanzo di Svevo); e insieme ne uscirà, ci sembra, come ulteriormente a,rricchito, con un acerbo eppur essenziale tentativo in più alle sue spalle, che, non ·avesse altri meriti, avrebbe quello decisivo di rendere più praticabile l'itinerario Nievo-Svevo. Il rapporto di Guido con la mima triestina Desolina ha infatti il grosso pregio di collocarsi in una ideale equidistanza rispetto a certi echi delle Confessio11i e a certi impressionanti pireannunci del futuro legame-scontro-sconfitta del protagonista di Senilità con l'Angiolina. Evidentemente, non è possibile qui esemplificare, per l'ampiezza dei p·assi che andrebbero riportati (cfr., ad es., pp. 163-165',183-186 ecc.). Si può invece aggiungere che se questa è la prefigurazione piì1 impo·rtante, non ne mancano altre, e in direzioni parecchio differenti. Siamo nell' '81, appena l'anno di Malombra; ma non è una forzatura trovare qui qualcosa degli interni fogazzariani, sia pure rist1onanti di presenze « scapigliate»: « ... una fanfara gloriosa di speranze attraversò il salotto» (p. 96). E ci sono poi groppi di bontà più alla De Marchi che alla Manzoni (cfr. ad es. pp. 216 -218). E leggendo le pagine sulla Milano sconfitta che attende il ritorno degli Austriaci, càpita di pensare a Senso di C. Boi,to. E, tornando indietro, viene da osservare che lo schema della risoluzione pubblica, cioè politica, patriottica, dei mali dei singoli, comune a Entusiasmi e a Vigilia di Nozze, la più bella novella del Sacchetti, per opinione comune, non è granché differente da quello operante nel più noto romanzo di C. Arrighi, La scapigli:1tura e il 6 febbraio, del 1861. Entusias,ni sta dunque al centro di una fitta rete culturale; la costituiscono i nessi più eterogenei, da quelli certi, concreti, verificabili, a quelli suppo,nibili, a quelli infine forse indimostrabili, vere metafore di filiazioni oppu:re consonanze, affinità psicologiche, come s'usa dire, che pongono inquietanti interrogativi di documentazione storica. Per es.: il Contini ha parlato di « disposizione flaubertiana » del Sacchetti. Ma che deve a Flaubert il bovarismo spiritual-patriottico di donna Elodia, la Venere urania di Guido? E tutto ciò, in·sistiamo, fa perno molto più sull'ingrato, irrisolto rapporto del p1rotagonista con la :realtà che non sulla riuscitissima, e conclusa, epopea risorgimentale. Ne nasce allora una considerazione, chiamiamola così, speculare. Al di là del torto o della ragione di questa proposta di rivalsa, è un dato far rientrare anche Entusiasmi i11 quel grande alveo antinomico che sembra contrassegnare tanta narrativa tardo-ottocentesca, con discrimini di vicenda oritica che p·assano all'interno di una stessa opera o in mezzo a coppie in· contesa: la Bovary o l'Educazione sentimentale? I Malavoglia o Mastro Don Gesualdo? La prima metà o tutt'intere le Confessioni? E, per restare al Sacchetti, solo la parte scritta d·a E. Praga delle M~n1orie del presbiterio o anche la seconda metà di cui egli fu l'estensore? Fo1rse è arrivato il momento per 113 . ibiiot~caginobianco '
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