Antonio Palern10 suggestioni, la 1 più interessante insomma. Può darsi, cioè non è affatto sicuro, che un richiamo di questo tipo sia l'equivalente odierno di quello esercitato un tempo dal « bello»: sta di fatto che a proposito di Entusiasmi è quello che provoca un discorso, laddove l'altro, rischia, oggi, si capisce, soltanto di spegnerlo. Non ci sentiamo dunque :di seguire Colicchi nella sua presentazione del romanzo, non già perché il suo giudizio di valo,re non sia criticamente corretto, ma solo perché, lo ripetiamo, ci sembra già integralmente acquisito e non idoneo dunque, per esempio, a propo,rre una ancor più soddisfacente collocazione del Sacchetti. Né scap,igliato né verista, va bene. Ma allo1 ra che cosa? Dal momento che nelle ultime decadi del secolo ci deve pur essere stata una linea di poetica che, coinvo.Jgendolo, ha permesso a lui, giornalista del « Pungolo» e della « Gazzetta Piemontese», di trasmutarsi in un narratore di cui non si può non tener conto. Un'ipotesi: perché, per spiegare il p·assaggio del Sacchetti dal ro·manzo di costume contemporaneo (il Cesare Mariani, del 1876) a Entusiasmi, non richiamare oltre al Rovani il Nievo? Proprio quello delle Confessioni, che iniziarono la loro circolazione, com'è noto, a partire dal '67. Se ne è stato reperito un « felicissimo calco», a conferma della crociana « grande co·nversazione », jn un epi1sodio de L'ultùno borghese di Onufrio (d·a G. Mariani, in un·a riecensione-saggio nella « Nuova Antologia» dell'ottobre scorso), ci pare che la ·sua operante p,resenza per il Sacchetti, garibaldino del '66, possa addirittura rientrare fra le petizioni di principio•. E ciò, sia chiaro, no.n allo scop·o m•eramente erudito di ·aggiungere una matrice a quelle che già si desumono tanto agevolmente - 1 la grande casa madre manzoniana, per es.: « In conclusione, Gaetano, venuto per ritirare la sua mezza parola, l'aveva data intera, ed era u·scito sposo promesso» (p. 207); « S.p,azzolò con una premura mal corrisposta il suo abito turchi·niccio ... » (p. 61), eccetera -; bensì per la singolarissima natura ancipite qui palesata dall'eredità nieviana. Si direb·be infatti che essa ,operi come ribaltata, con esiti morali , puntualm,ente capovolti. Le milizie della contea di Fratta diventano, quanto a figurazione (abbigliamento, armi ecc.) i « grottescamente sublimi» patrioti delle « Cinque giornate»; e s'apre loro un larghissimo spazio espressivo: « Raffinavano il di:segno della loro barricata con l'ingegnosità illogica e grottesca dei bambini che fanno il presep,io ... » (p. 271). La Pisan.a, vista solarnente come frivola tiranna della prima giovinezza, si cangia nella vitalistica, im'perseguibile mim~ Desolina, cui la sorte assegna un altissimo coefficiente di provocazione verso la tragica chiusa dell'·esistenza mancata di Guido. E qui siamo al p.unto focale: non soltanto il rap·porto di soggezio,ne e dissipazione - senza allettamenti patologici! - tra questi due personaggi, che è fra le cose più notevoli di Entusiasmi, rimanda speditamente alla possibile influenza di una zona della Confessioni ma, a pensarci bene, funge alla sua volta da archetipo di una situazione, quella che nella sveviana Senilità trov,erà poi (nel 1898) la sua più intensa verità. Se mai ve ne fosse bisogno, il « senile » Emilio Brentani confermerà dunque il suo buon diritt,o di rappresentare i p-iù interessanti fra i « vinti », 112 Bibiiotecaginobianco
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