Profili inaugurando così una lunghissima ed affettuosa e reverenziale amicizia: « L'ho sempre chiamato Croce, gli ho dato se1npre del voi ». Uomo di cultura di alti e vari interessi (ci ha most,rato tra l'altro certi suoi quaderni di ama,rico), musicofilo e wagneriano (u11 volume di scritti estetici del I\,faestro di Lipsia fu espressamente stampato in suo onore, nel 1955, « per festeggiare sub rosa il settantacinquesimo compleannno del wagneriano presidente di San Pietro a Maiella », il conservatorio musicale di Napo 1 li che per quattordici anni egli resse), dimostra nei suoi rari gesti ufficiali la dignità non formale ed il senso di respo:nsabilità culturale che a certe cariche annette, dignità e responsabilità tutte tese alla difesa e all'indipendenza della cultura: come quando ·neil J959, presidente delegato del teatro San Carlo, no,n esitò :a ··rasse~ gnare· pubblicamente le sue dimissio,ni allorché il teatro, per un i11ammissibile e troppo passivo: consentimento a un'indebita ingerenza ecclesiastica locale, impro 1 vvisamente decise di non effettuare la rappresentazione del Martyre de Saint Sébastien, già prevista dal cartellone e allestita in ogni particolare, dopo mesi di pir<!ve da parte di Ludmila Céri,na e degli altri attori francesi espressamente impegnati. E amante com'è della musica, ha scritto gustosissime pagine contro il malvezzo del bis. Ma detto questo, dell'uo,mo, vanno ricordate ìe tap-pe di quella s11a attività di editore per cui la cultura italiana gli è debitrice non poco. Può essere solo curiosità cl1e a lui risalga la scelta della caratteristica copertina color marrone per i volumi laterziani del Croce; ma fu •nel 1906 che, cercando, il filosofo un editore napoletano che volesse asst1rriersi l'edizione delle poesie co-mplete del Di Giacomo, il Ricciardi si offerse all'impresa e così, da es,perto di cose librarie e tipografiche quale già era, come impiegato « onorario » della sezione di antiquariato della libreria Marghieri, una delle più im.portanti di Napoli, si trovò ad essere improvvisamente editore. Il volume del Di Giacomo, per la sobria e raffinata eleganza dei tipi, della carta, dei tito,li e della copertina - assai no,tevole, come nota il Doria nel succitato libretto, in tempi di acuminato bizantinismo· e dj serpeggiante liberty - conferì al vento 1ttenne editore immediato e invidiato prestigio, che si accrebbe via via che egli mostrava un senso profondo e sicuro degli auto 1 ri da pubblicare, tra i più nuo·vi e i più validi e i più operanti nell'arte e -nella cultura del tempo: i crepuscolari, Corazzini e Moretti, tra i poeti, il dannunziano Angelo Conti, Prezzolini, Papini, Borgese, Tho1 vez tra i prosatori (o,ltre il Croce minore, e poi il Flora e tanti altri): edizio,ni dalla pagina ariosa e spaziata, alcune delle quali sono oggi no,n solo rarità bibliografiche ma anche sottile piacere 101 Bibliotecaginobianco
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