Nord e Sud - anno XVII - n. 122 - febbraio 1970

/ Il riassetto della Can1pania arrivati co·n i documenti sommariamente illustrati, segnino un deciso passo avanti, anche nel senso di una migliore e più diffusa consapevolezza - a tutti i livelli - dell'entità e della natura dei problemi cl1e ci sono davanti. Ma sarebbe ingenuo e comunque poco produttivo illudersi, o fingere di credere, che i risultati che si vo1glio 1 no raggiungere siano ormai quasi a portata di mano. In realtà, molte sono, le condizioni necessarie che ancora devono maturare. A cominciare da una migliore e più compiuta precisazione del complesso· di scelte da preporre all'azione che sarà necessario. intraprendere nel corso ·dei p1 rossimi mesi per giungere ad una sollecita adozione del Piano Territoriale di Co.ordinamento. Né è nostra intenzione trattare - quanto meno in questa occasione - l'argomento a fondo. Ma qualche suo aspetto non può essere del tutto taciuto. Anzitutto rimane da ,definire quasi integralmente il sistema delle priorità che dovrà essere adottato nell'attrezzatura delle varie parti del territorio e nella definizione delle sequenze co,n le quali i diversi interventi dovranno• essere realizzati. L'argo,mento, è co•mplesso, ma non v'è chi non veda come l'ulteriore realizzazione di interventi e l'ulteriore consenso a nuovi notevoli insediamenti nella fascia costiera sovraffollata renderà ancora più ,difficile risolverne i problemi, e rinvierà per chi sa ancora quanto tempo una efficace « aggressione » dei problemi delle zone interne. Il discorso si lega abbastanza strettamente con altre questioni sulle quali, forse no1n a caso, non si è ar1co,ra detto nulla di ,preciso: la .Joca]izzazione e la dimensione ,di una serie di attrezzature di particolare importanza ai fini del progresso civile, dell'evoluzione sociale e dello sviluppo economico (co1 me, aid esemprio, il sistema regio,nale delle strutture universitarie, il sistema regio·nale dei trasporti nelle sue varie componenti, ecc.). Rimane inoltre da chiarire se il sistema di ambiti territoriali nei quali la regio·ne è stata suddivisa nelle « ipotesi » ·debba essere considerata co·me l'intelaiatura fondamentale sulla quale articolare la rea.lizzazio,ne delle nuove attività produttive e residenziali, o ,semplicemente come un criterio 1 di riferimento di massima (o di como,do?) per quantifica 1 re taluni feno,meni, ad una scala più dettagliata di quella regionale. In altri termini, e sia pure con tutte le cautele ed i limiti con i quali decisio,ni ·di qt1esto genere possono venir prese, si pensa di organizzare la regione in mo,do che sia possibile pervenire a certi accettabili equilibri (tra 1 do,manda e offerta di lavoro, tra ·domanda e disponibilità di attrezzature co,Ilet:. tive ...), a livello dei singoli comprensori, o si rinvia a qualche sorta di equilibrio di tipo ·intercomprensoriale o addirittura regio,nale? La questione è da definire, ma intanto già ora i pro,blemi urgo,no, e man95 _Bbi iiotecaginobianco

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