Nord e Sud - anno XVII - n. 121 - gennaio 1970

Argomenti I democratici. E tutto ciò in una società come la nostra, così influenzata dai rapporti giuridici, di logojra ed obsoleta tradizio11.e dogmatica, imbevuta di giuridicismo deteriore, tendente ad impostare staticamente i problemi sul piano .formalistico e legalitario anziché su quello sostanziale dei contenuti e delle istanze progressive. I settori più progressisti, sia nell'opinione pubblica che tra gli studiosi, si sono resi conto che la situazio,ne della giustizia è ad un punto morto. Che se non si modificano radicalmente le strutture di fondo, aprendole alla realtà che si trasforma, se non si ripensano daccapo le funzioni, impostandole sulla verifica democratica e su meccanismi moderni e corrispondenti all'evoluzione sociale, economica e politica, la dissociazione tra questa istituzione, tra i magistrati e la società, diverrà sempre più grave provocando profondi e pericolosi sqt1ilibri. Ma qual'è l'atteggiamento della magistratura su questi problemi? Qualche settore più avanzato della categoria, da qualche tempo mostra una preoccupazione crescente per lo stato patologico del sistema 1 • Ma si tratta di pochi giovani giudici e per di più guardati con sospetto 1 dai vecchi funzionari e dallo establishment giudiziario. Ed anche l'analisi rimane ancora troppo in superficie, orientandosi in maggior misura sulle cause mediate anziché sui motivi di fondo. Una interessante ricerca a questo proposito è stata condotta da Renato Treves, docente di Sociologia all'Università di Milano, e pubblicata in un volume di Ezio Moriondo 2 • Lo studio mette con chiarezza in evidenza come la magistratt1ra si sia data ben poco pensiero di queste profonde trasfo,rmazioni nel funzionamento della giustizia in Italia. Il motivo è che essa è profondamente in crisi. Una crisi non solo organizzativa e strutturale, ma sopratutto ideologica. Ma chi è il magistrato italiano? Qual'è la sua estrazione e la sua formazione? Come ha origine la sua ideologia corrente? Innanzitutto vi è da dire che lo sviluppo dualistico del paese determina la provenienza prevalente delle categorie di funzionari pubblici dalle regioni del Mezzogiorno. Dinanzi ad una metà del paese, perfettamente integrata con l'Europa evolt1ta ed industrializzata, con una industria ed un assetto economico moderno e tecnicamente progredito, dove le occasioni di lavoro e di avanzamento sono molteplici e dove è necessaria una cultura agile e pratica, sta dall'altro lato un territorio, la cui depressione economica e sociale ha storicamente prodotto una diffusa depressione morale e culturale. Nella società del Mezzogiorno, speci~ 1 Cfr. Atti del Convegno di Varese. Settembre 1968, « Sociologia della Giustizia ». 2 Cfr. Ezio MORIONOO, L'ideologia della magistratura italiana. 97 ibl·iotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==