·' ... Argonzentì di comunicazione n~l settore (sic) alpino-padano», come se le altre vie di comunicazione non dovessero ·essere studiate. E non parliamo· poi della sperequazione a sfavo,re del Mezzogiorno o verso talune sedi universitarie. Sono questi i frutti della necessità di inventare « centri » o « laboTatori » o « contratti » o « gruppi di studio » per far frointe ad un problema di sopravvivenza degli istituti universitari, onde non è da criticare, ma se mai da ammirare e da incoraggiare - finché soluzioni più serie e più ra,dicali non siano trovate - la inventività di escogitare sempre nuove titolazioni per non dire semplicemente: dateci un po' di quattrini per tirare avanti la barca, ché altrimenti muorian10! Il caso1 delle scienze geolo1 giche e minerarie, di cui abbiamo testé dato qualche cenno, rasenta l'assurdo e costituisce una crisi particolare, inclusa nella crisi generale e che viene spesso mascherata da questa. E la crisi nasce dall'interno, stesso delle Università: infatti se si guarda ancora la tabella, da cui abbiamo preso le mosse per il nostro disco1rso, notiamo che la spesa per queste scienze da parte del Ministero della P .I. è di soli 2 miliardi di lire, di fronte ai 3 miliardi e passa pe~ le scienze matematiche, ai 10 miliardi delle scienze storiche, filosofiche e filo1 logiche, ai 6 miliardi delle scienze giuridiche e politiche. Ora non è chi non vede che questa stridente disparità non può essere dovuta ·soltanto al maggior numero di docenti di storia, di filoso·fia, di diritto, di scienze politiche o di matematica, ma al fatto che per scienze sperimentali come le geo1 logiche, che - ripetiamolo - hanno necessità di laboratori, di attrezzature, di mezzi di locomozione, di « spese di campagna », di apparecchiature particolari e via discorrendo, si spende, da parte del Ministero della P.I., la quinta parte di quanto si spende per filosofia, storia e filologia, materie per loro natura umanistiche, che han biso-gno solo di uomini con cervello, biblioteche e poche spese accessorie. Di questa situazione paradossale è giuocoforza ritenere responsabili anche i cultori di queste materie, che non hanno potuto o voluto farsi valere. Basta in p·roposito consultare i ruoli di anzianità del perso1 nale insegnante delle Università per constatare che in quasi tutte le Facoltà di Scienze accanto a 8 o 10 titolari di scienze matematiche o di scienze biologiche (per no,n parlare di _fisici o chimici) le scienze geolo1 giche . hanno 3 o 4 titolari: a Milano, per esempio, 6 matematici e 7 bioilo-gi contro 4; a Ro-ma 9 matematici e 8 biologi contro 4; a Napoli 9 matematici e 8 biologi contro 3 e così via. Come sempre in questi casi, le ragioni di una tale situazione so,no . molteplici e tali che tendono ad aggravarsi col tempo: è evidente infatti che, almeno. finché le Facoltà- saranno articolate e di,rette come lo sono 85 ~.Bib-lioeca Gino Bianco
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