·' Argomenti discorrendo) e solo 1.704 milioni le imprese private. Ma anche tra gli Enti del settore pubblico, niente spendono ad esempio il Ministero dell'Agricoltura (che tanto interesse avrebbe ai problemi della co1!servazione del suolo e alla idrogeologia) e quello· della Difesa (che pure sarebbe interessato ai problemi inerenti alla geologia tecnica: i dissesti degli aeroporti non insegnano dunque niente). · Quando si parago.nano i dati percentuali, che abbiamo di sopra riportati, con quelli degli altri gruppi di discipline (per esempio scienze fisiche 11,10% cui occorre aggiungere il 20,54% delle ricerche nucleari, cioè in totale 31,64% della spesa p11bblica; scienze chimiche 18,76% della spesa totale e così via) e quando si constata che per le scienze economiche, sociolog.iche e statistiche (che di certo non necessitano di laboratori costosamente attrezzati o di spese di « campagne sul terreno ») si è speso invece, nel 1969, più del doppio, cioè il 5,55% del settore pubblico, ci si domanda se i massimi responsabili della politica scientifica del nostro paese sanno, che l'Italia è funestata da dissesti idrogeologici di enorme entità, sanno che la massima parte del nostro, Appennino è la terra classica delle frane, sanno che la piattaforma continentale del-- l'Italia raggiunge quasi il 70% della superficie del territorio nazionale (laddove è in media il 18% di tutte le terre emerse) e che da tale piattaforma continentale speriamo di ricavare idrocarburi e altri elementi indispensabili per un territo 1 rio sovrapopolato come il nostro. In effetti è inutile lamentare tali carenze nei responsabili della politica scientifica (CIPE, Ministero della Ricerca, Ministero della P.I.) quando è ben noto che il Consiglio nazionale delle Ricerche ha tra i suoi organi un Comitato nazionale per le scienze geologiche e minerarie, eletto - se non andiamo errati - per la gran maggioranza da tutti gli scienziati e i ricercatori del settore. È allora da domandarsi : che cosa fanno questi signori? sentono la necessità di imporsi perché a questo stato di cose si po,nga rimedio? hanno formulato un piano per lo sviluppo di iniziative concrete in tale settore, sulla base delle richieste provenienti dalla base? e se no1 n sono in possesso - co1 me è probabile - di proposte concrete da parte degli interessati, perché non si fanno essi promotori e parte diligente in proposito? Senonché un documento interno, da poco diramato dall'Assemblea degli assistenti e dei professori incaricati e aggregati, afferenti al Comitato di sopra citato, mi pare getti una strana luce su queste attività. Se un settore v'è dove si assiste alla anarchica polverizzazione dei fondi, del resto scarsissimi, destinati alle ricerche, è proprio questo. Anzitutto personalismi: nell'elenco dei contratti di ricerca non compaiono gli enti, 83 i ·lioteca Gino Bianco
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