Nord e Sud - anno XVII - n. 121 - gennaio 1970

Felice Ippolito inondazio1zi e delle altre calamità naturali e per il pronto ed efficace soccorso delle popolazioni da esse colpite; auspicano, a tal fine, che i Governi di tiltti i Paesi propugnino la ricostituzione, in seno alle Nazioni Unite, di u·n Ente che - ricollegandosi a ciò che già sta facendo l'l]nesco - possa sostituire pienamente l'antica benemerita Unione Internazionale di Soccorso, sfortunatamente scomparsa dopo la seconda guerra mondiale; formulano infine il voto che nei Paesi stessi siano costituite o ricostituite commissioni scientifiche nazionali per lo studio e la prevenzione delle gravi calamità, che facciano capo all'istitue11do Ente internazionale ed all'Unesco, ai quali forniscano dati relativi alle loro molteplici successive esp·erienze ed indagini ». A seguito di questo voto, co,me viene a11nunciato, la stessa Accademia progetta di ricostituire una « Commissione italiana per lo studio delle grandi calamità », che già funzionò lodevolmente in passato•, inquadrando1a in un costituendo Istituto linceo di ricercl1e, che do:vrà avere caratteristiche sue. proprie, spiccatamente internazionali e interdisciplinari. Se so·n rose ... Queste buone disposizioni, cui si accompag11a la proclamazione in sede internazio·nale del 1970 come « anno della Natura», resteranno praticamente lettera morta se no•n si fa uno sforzo cospicuo alla base, cioè in favore delle discipline geolo,giche, che - come chi scrive ha avuto recentemente occasione di rilevare - sono· le « cenerentole » della ricerca scientifica in Italia 5 • E valga il v1ero·. Basta gettare uno1 sguardo alla tabella della ripartizione delle spese per la ricerca in Italia, allegata alla relazione annuale del Presidente del CNR 6 , per fare le più amare considerazioni sulla incidenza m.inima che hanno le scienze geolo·giche e minerarie nel quadro complessivo della ripartizione della spesa per la ricerca. A tali scienze è infatti risen,ato 1'1,48% del totale della spesa e il 2,8% della spesa del · settore pubblico. E qui cade acconcia una prima importante osservazio1ne: questa diversità di percentt1ale tra spesa totale per la ricerca ( 1,48%) e spesa del solo· settore pubblico (2,8?/o) già ci dice come il mondo industriale si disinteressi affatto del settore: 11ulla infatti spendono per queste scienze le imprese a partecipazione statale (tra cui sono pure gro,ssi complessi che attingono dalla attività mineraria la loro ragion d'essere, come la Finsider, l'ENI, la Monte Amiata, l'AMMI e via 5 Cfr. « Le Scienze», n. 17 (gennaio, 1970); p. 6. 6 Vedila, per es., in « Le Scienze»,· n. 15 (novembre 1969), pp. 6-7. 82 BibliotecaGino Bianco

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