Lucio Rosaia nizzazione, di attrezzature, di numero .di aule e di insegnanti; ma in realtà è il fallimento 1 di un certo modo di considerare la funzione della scuola nella società e di un certo modo di « produrre » istruzione. In ambedue i casi, nella sanità come nella scuola, le strutture tradizionali s-ono state sconvolte dall'azione contemporanea di due fattori; uno esterno, di natura quantitativa e collegato al diffondersi della consape1.. volezza del valore del « bene » salute e del « bene » istruzione, e uno interno, di natura qualitativa e legato alla moderna rivoluzione scientifico-tecnologica. In tutti e due i casi abbiamo assistito all'inutilità del tentativo di rispondere a questa duplice pressione con una semplice espansione delle strutture tradizionali. Questa analogia non è casuale. In realt~ la vicenda storica dell'affermazione del diritto alla salute ricalca quella dell'affermazione del diritto all'istruzione. E se, come scrive Leonardo Sciascia, « si ha l'impressione che la scuola sia diventata ora veramente classista, con l'assumere dentro di sé, senza risolverle e anzi esasperando 1 le, quelle differenze che prima si ponevano tra chi aveva possibilità di accesso, agli studi e chi era costretto, a restarne fuori » 11 , tutto questo è tanto più vero per la sanità, dove le stesse istituzioni della sicurezza sociale, contraddicendosi, hanno assorbito quella discriminazione tra « paganti » e « non paganti » che è il pilastro. della medicina di classe. _ Capire che siamo a una svolta di questo tipo, di questa po,rtata e complessità, è il vero problema a cui siamo davanti. Lo stesso significato economico della spesa sanitaria sta cambiando. Siamo alle soglie di una società nella quale il progresso, economico tende a diventare sempre meno una funzione del solo, capitale e sempre più , una funzione della capacità di accumulare scienza e tecnologia; una società, quindi, nella quale lo sviluppo dell'uomo assume un ruolo decisivo poiché è la scienza stessa ad esigere, per diventare fo1rza produttiva, la liberazione della capacità creativa dell'uomo, lo sviluppo 1 dell'uomo fi11e a se stesso. Rispetto all'esigenza di questa liberazio,ne e di questo sviluppo, ancora una volta la posizione dei problemi della sanità no,n è diversa· da quella dei problemi della scuola. Il valo,re di «investimento» che si riconosce ai programmi di rinnovamento qualitativo e quantitativo dell'istruzione, deve essere riconosciuto anche ai programmi di potenziamento dell'assistenza sanitaria. Chi guarda a futuri aumenti della spesa sanitaria come si guarda a impieghi improduttivi non ci aiuta a riso1 lvere i nostri problemi. •C•erto no,n si tratta, ancora una volta, di espandere la spesa sa11 « Corriere della Sera», 12 novembre 1969. 78 BibliotecaGino Bianco
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