Nord e Sud - anno XVII - n. 121 - gennaio 1970

Lucio Rosaia Inoltre la stessa qualificazione di certe spese come spreco . dipende talvolta da giudizi di valore su cui la discussione è largamente aperta. _Me11tre poi alcuni dei costi in discussione nascono cl1iaramente da interessi parassitari, privati o corporativi, altri costi sembrano, invece rappresentare, ulmeno entro certi limiti, un prezzo ·inevitabile cli qualsiasi sistema di sicurezza medico-sociale. Infin-e mentre in alcuni casi siamo davanti alle conseguenze di colpevoli incurie o lassismi, in altri casi abbiamo a che fare co,n manifestazioni della degenerazione storica del sistema, invecchiato rispetto ai tempi e incapace di ten·ergli dietro se non a prezzo di un elevato_ dispendio di energie. Insomma le co,se sono meno semplici di quel che p-uò sembrare a prima vista. Prendiamo per esempio iil caso dei consumi sa1ìitari superflui o ingiustificati, sui quali si appuntano le critiche maggiori. L'aspetto più appariscente, e il settore più consistente, di questa ano-malia è rappresentato, com'è noto, dal consumo di prodotti medicinali (o supposti tali). L'incremento subìto da questo capito 1 lo di spesa è 11niversalmonte giudicato eccessivo e secondo un luogo comune sarebbe in rappo 1 rto con l'erogazione gratuita dei farmaci da parte dei principali ist,ituti di .assicurazio,ne sociale. Non c'è dubbio che la gratuità delle prestazio,ni sanitarie rappre-. senti uno stimolo a spingerne il consumo al -di là della stessa necessità. Come in tutti i casi di servizio gratu,ito, anche nel caso del servizio sanitario gratuito la ·domanda tenderà ad essere spinta fino al punto in cui l'utilità marginale dell'ultima dose di servizio richiesto è uguale a zero. Per questo motivo in moltissimi paesi, siano essi capitalistici o socialisti, la concessione dei medicinali è subordinata al pagamento di una specie di tassa da parte del beneficiario. Quindi, in sede di principio, circa l'opportunità di introdurre anche da noi misure di questo tipo si può essere d'accordo. Rimangono però da chiarire alcuni punti. Inta11to è bene non dimenticare che dei servizi sociali è necessario avere una visione d'insieme 8 • È vero che nella maggior parte degli altri paesi gli assistiti contribuiscono direttamente alla spesa per medicinali, ma è anche vero che in quegli stessi paesi l'affitto cli casa incide sul salario dell'operaio per un 7-8%, mentre in Italia incide 8 Questo è un discorso che bisognerà riprendere. Non si può avere una visione di insieme dei servizi sociali finché essi sono considerati, come spesso avviene, come « prob,Iemi assistenziali ». Non si tratta di problemi assistenzial'i, ma di un elemento qualificante della politica sociale dei redditi. La distribuzione dei costi e dei rischi dello sviluppo economico vi passa attraverso. 74 BibliotecaGino Bianco

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