Lucio Rosaia Questa evo 1luzio 1ne ha avuto varie conseguenze. Tanto per· cominciare, oggigiorno co,sta ,di più curare le -malattie, gravi o n,on gravi che siano. Nel 1777, all'elettore Massimiliano di Baviera, il medico•, per curargli il vaiolo, faceva inghiottire delle immagini della Madonna; oggi questo sistema di cura è stato abbandonato :a favore d'altri che, pttr essendo più costosi, sono preferiti per la loro probabile maggiore efficacia. Inoltre la moderna medicina scientifica ·permette di curare malattie che un tempo, erano incurabili. I p·o1rtatori di una cardiopatia congenita, per esempio, ancora vent'anni addietro no,n pesavano• minimamente sui bilanci sanitari, in quanto avevano la delicatezza di trasformarsi precocemente in cadaveri. Oggi vengono curati e operati e guari1scono. Naturalmente tutto questo ha un costo, e l'esempio delle car- :'biopatie co1ngenite è soltanto· uno dei cento che si potrebbero· po~- tare di malattie fino a pocl1i anni or so·no incurabili e o.ggi inve1 ce curabili. Un'altra co,nseguenza, anche questa molto co,stosa, dell'evoluzione scientifica della medicina è il prolungamento della pura so:pravvivenza, sia in caso di malattie inabilitanti ma curabili, sia in caso di malattie curabili ma a decorso assai lungo, sia, infine, in caso di malattie incurabili. La semplice ·so·pravvivenza di questi malati è assai spesso, molto più co1sto,sa della guarigione di altri. Infine, e questo è il punto cruciale, l'evoluzio,ne scientifica della· medicina ha provocato una grande rivoluzione demografica. Essendo state eliminate, o ·definitivamente domate, numerose 1nalattie, si è ottenuto il risultato di raddo 1 ppiare la durata della vita dell'uomo e quindi si è spostato progressivamente il rap·porto tra i vari grup•pi di età della popolazione a favore delle classi di età ,più anziane. Questo processo ,di « invecchiamento » del mondo è tuttora in corso. Il numero delle persone anziane è in continuo aumento· in tutti i paesi che, insieme ad un buon grado di svilup·po economico, hanno raggiunto u,n soddisfaoente livello di organizzazione sanitaria. In Italia nel 1851 gli ultrasessantenni costituivano il 6,6 per cento della popolazio·ne e nel 1951 il . 12 ·per cento; nel 1980 rappresenteranno il 16,7 per cento della p·opolazione, cioè qualcosa come nove milioni di persone. Le previsioni demografiche più autorevoli (per esempio quelle di_ Somogy) danno percentuali di oltre il 13 per cento della popolazione nel 1981, e di oltre il 14 per cento nel 2001, per i soli ultrasessantacinquenni. Queste cifre non si discostano significativamente· d·a quelle degli altr~ paesi sviluppati (ad esempio per gli ultrasessantenni si prevedono per i] 1980 percentuali del 18,6 in Belgio, del 18,6 in Francia, del 21 in Gran Bretagna, ·del 19 in Germania, del 16 nei Paesi B.assi, ecc.) e 70 Biblioteca Gino Bianco
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