Ermanno Corsi Tutto l'apparato (compresi i dep,utati e i senatori) è contro Ca:p•rara. Vota invece contro il provvedimento d.i radiazione l'on. Liberato Bronzuto, si astiene l'on. Maria Antonietta Macciocchi. Bro,nzuto 1'11 dicembre '69 scrive ùna lettera « provocatoria » al « Manifesto » esprimendo la sua piena solidarietà a Caprara, Magri, Nato,li, Pintor e Ros,san.da. e afferman.do 1 tra l'altro: « Ho condiviso fin dal primo momento l'iniziativa del 'Manifesto' e continuo a condividerne le tesi politiche fondàmentali. L'iniziativa del 'Manifesto ' e la tematica sollevatia non era e non è un'invenzione di un gruppo di ' intellettuali ' impazienti e presuntuosi, ma corrisponde ad esigenze reali, vivamente sentite e presenti in vasti settori del Partito, con le quali il Partito deve misurarsi se vuole evitare il permanere di quel profondo disagio che ha portato al distacco di un non trascurabile numero di militanti, soprattutto . . giovani ». Ora i,l partito comtmista è seriamente impegnato, a Nap-oli come nelle Federazioni di Cagliari, Pisa, Roma e Bergamo - dove cioè si sono verificati episodi di vasta ribellione e di dissen,so organizzato - a contenere gli effetti delle radiazioni. Per quanto riguarda Napoli, Cap,rara ha scritto, sull'ultimo numero del « Manifesto » (7 dicembre 1969) una nota secon·do la quale il provvedimento repressivo della Federazio11e, lungi dal risolvere i contrasti interini del p·artito, avrebbe scatenato un. fortissimo scontro nelle sezioni, specialmente in quelle di città, più avvertite della crisi co-mumsta. « A Portici, al V01nero, nelle sezioni Dello I acovo, Chiaia-Posillipo, Curiel, Centro, San Giovanni, afferma in sostanza Cap,rara, le posizioni favorevoli alla rivista sono molto larghe. I protagonisti del dibattito sul 'Manifesto' sono, piuttosto, i giovani i quali, pur se non aderiscono sempre alla sostanza delle proposte politiche della rivista, ne sottolineano il significato di deniocratizzazione ed emancipazione della discussione nel partito ». Le reazioni nap·oletane, all'interno del PCI, alla radiazione di Caprara sono così descritte: « Non appena resa nota dalla Televisione la decisione del C.F., all'officina OCREN si riuniscono i comunisti della Commissione interna,, del Comitato sindacale e della cellula ed esprimono per iscritto una aperta critica della misura disciplinare adottata. I lavoratori di Villa Russo si recano in Federazione per rendere esplicito il loro dissenso. Si dimette la segreteria della sezione ' Quadro ' che accoglie operai della vecchia fascia ùid'ustriale. Alla sezione San Giuseppe il Comitato direttivo allargato· vota un ordine del giorno contro le conclusioni del C.F. Ad Afragola si decide di conipiere un passo collettivo in Federazion·e. A Marana un gruppo di giovani decide di di1nettersi. Dissenso anche dei giovani a Pozzuoli, e praticamente di tutta la sezione di Resina. Alcune centinaia di compagni decidono di recarsi in Federazione e viene approvata una mozione pubblica di condanna della radiazione. A Portici tutto il quadro dirigente dichiara di dissociarsi dalla decisione del C.F. Vengono richieste e decise assemblee straordinarie al Vomero, a Fuorigrotta, a Chiaia-Posillipo, alla Curiel, a Bagnoli-I talsider ». J.Ja « geografia della dissidenza» è, ovviamente, esagerata da Cap,rara il quale, in questa circostanza, sembra sopravvalutare la capacità di reazione, non soltanto emotiva e psicologica, della base co·munista; mentre proprio 62 BibliotecaGino Bianco
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