Nord e Sud - anno XVII - n. 121 - gennaio 1970

/ Giornale a più voci · dei milit.anti ». « D'altra parte, continua Valenza, certi primi episodi che sono legati all'uscita della rivista a noi sembrano significativi e preoccupanti. Mi riferisco alla co,nferenza del co,mpagno Magri, condirettore del 'Manifesto', indetta qui a N,apoli all'albergo 'Terminus' sulla Conferenza dei partiti comunisti a Mosca. Della conferenza di Magri sono stati tenuti all'oscuro gli organismi dirigenti della nostra Federazione, mentre invece sono stati interessati all'organizzazione di essa una parte di compagni, anche dell'apparato federale, con una scelta che si può spiegare solo col richiamo ad una logica di gruppo». La comunicazione di Pietro Valenza terminava con un vivo appello al senso di responsabilità di tutti i militanti. Si è ancora in tempo, concluse il segretario provinciale, per evitare dei passi che possono portare sulla strada del distacco e della separazione di forze che costituiscono un patrimonio ·che non vogliamo perdere. L'appello a Caprara era indiretto. Divenne esplicito alla vigilia della sessione del Comitato Cent-rale, il 12 ottobre. Caprara fu duramente criticato per le posizioni politiche che aveva assunto, venne invitato a rompere con le suggestioni frazionistiche ed a staccarsi dal « Manifesto». La sua risposta Caprara la fornì, praticamente, il 26 novembre con una lettera al Comitato Centrale del PCI. « Cari compagni, scriveva Caprara, nel momento in cui vi .accingete a prendere una grave decisione verso i pro_motori del 'Manifesto', sento il dovere morale e politico di esprimervi la mia personale posizio-ne, che è di piena solida.rietà con questi compagni. Io stesso mi considero corresponsabile, con loro, dell'iniziativa della rivista, cui ho collaborato e di cui condivido le principali tesi politiche ». Prima di intervenire nei suoi confronti, la Federazio,ne napoletana del PCI attese le conclusioni del dibattito in seno ·al Comitato Cenitrale sul caso del « Manifesto ». Come è noto l'on. Alessan,dro Natta, in veste di pubblico ministero, affermò che legittimare, tollerare l'iniziativa avrebbe significato introdurre nel PCI il regime dei gruppi e delle frazioni. È questa una malattia, -disse, di cui non vogliamo ammalarci. Seguì la radiazione di Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Aldo Natoli, Lucio Magri. Le precedenti manifestazioni di solidarietà con loro, fatte da Caprara, non furono ritenute sufficienti per adottare misure anche contro il parlamentare napoletano. Ora, però, c'era la lettera al Comitato Centrale con l'ammissione -della piena corresponsabilità. La trasposizione in sede locale delle decisioni prese al centro diventava un fatto meccanico·, automatico. Il p1 rimo dicembre si riuniscono il Comitato Federale e la Commissione Federale di Controllo, il plenum del partito di 140 membri. Relato,re sullo stato e i problemi del partito, e sulla questione del « Manifesto » è Franco Daniele; Pietro Valenza informa sul « caso Caprara». La lettera che il parlamentare h.a inviato al Comitato Centrale viene giudicata « un documento di estrema gravità». In ,sostanza, afferma Valenza, con la sua lettera Caprara conferma una scelta che è di attacco alla politica, alla collocazione internazionale, alla concezione, alla natura ed all'unità del Partito. La radiazione viene deci,sa con 80 voti favorevoli, 31 contrari, 11 astenuti. 61 _Bi -lioteca Gino Bianco

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