Nord e Sud - anno XVII - n. 121 - gennaio 1970

Ermanno Corsi treccio di forze politiche, difesa ,degli istituti democratici, partecip,azione diretta senza massimalismi ,e infantilismi); dall'altra i sostenitori del « quadro storico » (mitologia, adesione alla linea del partito come dovere, come atto di fede, concezione del pairtito-chi,esa). In questo quadro ideologico, trova il suo equilibrio l'attuale Segreteria: Valenza e Gere~icca rappresentano l'elemento di mediazione, cercano di dare una convincente motivazione culturale e teorica ai p,roblemi che si agitano nel partito; Sandomenico rappresenta il contatto immediato con la fascia rossa di Ponticelli; l'ex sen. Valenzi è l'espressione di un·a realtà antifascista, di certi valori romantici e di certe tradizioni p,opolari; Daniele e Mola dovrebbero garantire la « tenuta » del partito sotto il profilo organizzativo~ Se il 60 p,er cento che così sostanzialmente si configurava non poteva dirsi « omogeneo », ancor men·o poteva essere considerato tale il 40 per cento della minoranza capeggiata da Caprara. L'ex segretario di Togliatti, l'ex segreta,rio r~gionale, il capolista nap·oletano anti-Lauro, il deputato di quattro legislature ha strumentalizzato al congresso e nel partito certe forze nuove che cercavano nel PCI interlocutori diversi da quelli tradizionali. Caprara, come dico1 no i suoi ex compagni, per non deludere le aspettative di queste forze che si sentivano attratte dalla sua « personalità », si è travestito da giovane e da contestatore e ha potuto così esercitare un ruolo di « capo », soddisfare almeno in p1 arte il suo « cesarismo·», praticare quell'elettoralismo di contestazione di cui parla Maria Antonietta Macciocchi nel suo libro Lettere dall'interno del PCI a Louis Althusser). Cap1 rara ha strumentalizzato i giovani, i giovani hanno a lo,ro volta strumentalizzato Cap·rara. Gli hanno montato la testa, salvo poi ad abbandonarlo quando hanno capito che il suo vero obiettivo era quello di uscire dal ·p·artito. Nella minoranza ,si era creato uno spirito di grup.po, anche se le sue varie componenti si controllavano a vicenda. Non c'era, infatti, nella pur vasta problematica aperta dalla crisi italiana e internazionale del PCI, un motivo unico che legasse insieme i contestatori. Si raccoglievano intorno a motivi diversi, formavano in un certo senso un « cartello degli insoddisfatti». Il « Manifesto», uscito in estate, div-enne il loro vero punto di aggregazione. Caprara rappresentò il cemento. Caprara, tuttavia, non aderì subito all'iniziativa del « Manifesto ». Il primo numero della rivista non conteneva, infatti, un suo articolo di ispirazione ideologica, ma un articolo sul monopolio della Rai-Tv. Strinse comunque rapidamente i 'legami coi p1 romotori della pubblicazione « eretica », consapevole che questa era per lui l'occasione buona per •darsi una copertura e per dare una motivazione ideologica alla sua posizione politica che era, oggettivamente, molto più provinciale. A fi11egiugno 1969 si riuniscono a Napoli il Comitato Federale e la Co1 mmissione Federale di Controllo. Pietro Valenza illustra l'iniziativa del « Manifesto », esprime un giudizio di severa condanna. « Abbiamo certo, afferma tra l'altro, bisogno di più democrazia, di più elaborazione, di più ricerca, n1a queste esigenze di rinnovamento e di svituppo non riusciamo a vederle separate e contrapposte a quelle della coesione del Partito e dell'autodisciplina 60 BibliotecaGino Bianco

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