Giornale a più voci spiega questo movimento demografico di -slittamento verso la facciata mediterranea? Doxiadis risponde che gli uomini sono1 attirati oggi da insediamenti in zone nelle quali siano ,disp·onibili non soltanto centri economici e grandi vie di comu,nicazione interregionale, ma anche il sole ed il mare. Questo di Doxiadis, non è un discorso che p·uò riuscire nuovo per i nostri lettori: è lo stesso -discorso che noi ·abbiamo aperto su queste pagine fin dal 1962. Doxiadis prevede un'« urbanizzazioine spettacolare » della facciata mediterranea in Francia e formula per governare tale urbanizzazione una serie di proposte produttive, otto schemi possibili: al centro le industrie chimiche, petrolchimiche, siderurgiche e metal1lurgiche di Marsiglia, del golfo, di Fos; da un lato le industrie di punta ed i servizi nobili della Provenza e della Costa azzurra, dall'altro una « irnmei1sa agglomerazio,ne da Nimes a Montpellier ed una Linguadoca riscattata dalle zanzare e dalla monocultura viticola». E ·secondo una vi,sione globale di valorizzazione economica e civile, si comincia a costruire un habitat di qualità, ad inseiliare centri di ricerca sci,entifica: « non c'è ragione - conclude Doxiadis i,n una sua intervista a « L'Exprèss » - per cui il Mezzogiorno 1 della Francia non deb,ba giocare il ruolo della California ». Ecco: che cosa aspetti•amo noi in Italia per prendere co,scienza dei fenomeni che inducono i francesi a programmare l'avvenire della loro facci1ata mediterranea? Sono fenomeni che potrebbero stimolare ,ed accelerare lo svilup 1 po ,anche del nostro Mezzogiorno, a co,minciare ,da quello che po-- trebbe essere l'asse portante di questo sviluppo, l'asse Roma-Napoli, dove la densità degli insediamenti e certi episodi relativi ad industrie di p,unta ed ai servizi nobili potrebbero essere già inquadrati in una visione glo·bale di valorizzazione economica, urbanistica, civile. È questo, app·unto, il ,discorso che stiamo cercando di avviare e che ci rallegriamo di veder corris,pondere a quello che i francesi hanno avviato per la loro facciata mediterranea: ma questo discorso, per essere portato speditamente e coerentemente avanti in termini di realizzazioni significative e continuative, presuppojne uno stretto coordinamento fra politica di interventi per la valorizzazione tt1ristica e la ristrutturazione urbanistica, contrattazione programmata per la localizzazione delle industrie di punta, interventi straordinari per un p-rogramn1a di nuove sedi universitarie, scelte relative alla distribuzio 1 ne regionale delle attività di ricerca scientifica. Intanto noi torniamo a sollecitare, come abbiamo fatto dalla Fiera del Levante, con la relazione alla « giornata del Mezzogiorno» nel mese di settembre (si veda « Nord e Su1d », 01 ttobre), la convocazione di una conferenza qualificata ·a discutere quale politica della ricerca scientifica sareb,be -per le sue scelte non solo settoriali, ma anche territoriali, più conforme alla concezione meridionalista dello sviluppo italiano: una conferenza che abbia come protagonisti la Cassa ed il CNR ed alla quale partecipino tutte quelle industrie che già sono state sollecitate ad impe-. gnarsi come interlocutori della contrattazione program1nata. Siamo comunque convinti di questo (e ce lo coruferrnano i casi in qualche modo paralleli della Francia mediterranea): che ci sono prospettive di sviluppo delle regioni meridionali, e che poi le abbiamo intraviste per quanto, riguarda le industrie 45 s·btiotecaGin·oBianco
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