John Pinder blema agrico 1 lo ad una più vasta prospettiva di unità po1 liticà ed economica. Una volta che questo venga spiegato chiaramente, risulterà evidente che i vantaggi saranno di prestigio non meno che econo 1 mici: la partecipazio 1 ne britannica ad una politica fattiya; profitti più alti e, se tutto va bene, p·rezzi più bassi, giacché i Sei potrebbero essere meglio disposti ad adeguare il livello dei loro prezzi agricoli o· il regolamento, dei mercati agricoli, se ciò conser1tisse l'ingresso, nella Comunità di un nuovo membro, capace di contribuire energicamente all'integrazione. Le forme dell'imppegno per l'ttnità econon1ica e politica. Dopo l'esperienza •del 1961-1963, c'è in Gran Bretagna una grande · avversione per tutto, quanto può complicare i negoziati per l'ammissio,ne. Gli inglesi possono essere d'accordo st1 gran parte dei ragionamenti espressi in questo articolo·, ma non sulla necessità di un impegno concreto per l'unità economica e politica europea; e ciò perché, a loro parere, t1n tale impegno potrebbe co1 mplicare ingiustificatamente i negoziati. Certo, è innegabile che un negoziato sullo spinoso, pro·blema dell'agrico1tura rappresenta per i diplomatici la Valle della Morte, a meno che non si irrighi questa Valle con ·,sostanziali prospettive di integrazione iìl altri campi. Ma è chiaro che, se si dovranno, effettuare degli sforzi per tma maggiore integrazione, occorrerà fare in modo, che le iniziative da p,rendere intralcino il meno possibile i negoziati. Una procedura semplificativa è naturalmente quella delle dichiarazioni, sia unilaterali, sia da parte ·di due o più Go,vemi, co,me nel caso della dichiarazione anglo~italiana del maggio del 1969. Il « Parere» della Commissione conteneva un certo numero di idee circa le procedure da seguire nei negoziati, compresa quella delle dichiarazioni unilaterali. Essa affermava anche che si sarebbe potuto raggiungere un vasto accordo sul processo di unificazio·ne econo 1 mica e sulle procedure .necessarie. A questo proposito la conferenza al ver-- tice ha dato un utile contributo, stabilendo che i paesi candidati debbano essere co·nsultati su tali questioni nel corso dei nego·ziati. Questo induce a pensare che la procedura più vantaggiosa che la Commissione possa adottare sia quella di accertare il punto di vista dei Governi membri e di quelli aspiranti, sull'obiettivo dell'unità economica e sui pç>ssibili tempi per conseguirlo, una volta realizzato l'allargamento della Comunità. Se si raggiungerà un accordo abbastanza ampio, lo si potrà tradurre in un protocollo 1 da firmarsi contemporaneamente dai Governi 126 Biblioteca Gi.no Bianco
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