Nord e Sud - anno XVII - n. 121 - gennaio 1970

Noi del '45 Era maledettamente confuso, ma ci pareva chiarissimo. I miei articoli di giornale, i romanzi di La Capria, i film di Ro,si, le commedie di Patroni Griffi nacquero allora, in quegli uffici, in quelle discussioni, in quei pro,grammi. Ci sprofondavamo dentro come l'equipaggio di un son1mergibile, in un'atmosfera surriscaldata, artificiale, pazzesca, in una ten~ sione che ci faceva perdere il sonno e ci esaltava, isolandoci anche· dalla pena atroce della città. Difatti, della vita di Napoli in quei mesi ricordo poco, salvo che mi pareva immersa nello stesso clima delirante; e perfino -di mia madre, che avevo avuta amica come nessuna creatura al mondo, cominciai a dimenticarmi. Restavamo sotto pressione per quindici o sedici ore al giorno, "i rari contatti con l'esterno riguarda11do piuttosto compagni di fede politica, vecchi amici del Guf come l\1assimo Caprara, con cui - non so più in che epoca - stampammo pure una rivista di « cultura », che chiamammo «Latitudine». A me, poi, capitò di innamorarmi della ragazza cl1e pochi mesi dopo avrei sposato. Lavorava con noi al palazzo Singer: cantava con Giannini, teneva alla mattina una rubrica di « Buongiorno » che finii per scrivere con lei, recitava nella compagnia del radioteatro con Foà e Milio. La conobbi in occasione della mia prin1a regia e fui istantaneame11te penetrato di lei come se mi avessero cambiato il sangue. Era sottile, distratta, vestita di bianco, quando entrò nella stanza mia e di Compagnone, e io dissi a Luigi che era una ragazza da sposare e Luigi mi rispose ridendo che dicevo sempre la stessa cosa. No-n è una storia da raccontare qui, basterà ricordare che le cambiai nome, la strappai alla famiglia, al fidanzato, alla tranquillità, le chlesi una vita e le diedi la mia. · Il fronte, intanto, si stava allontanando. Mentre Togliatti tor11ava dalla Russia e liquidava con un'alzata di spalle i nostri sogni rivoluzionari, g)i alleati avevano liberato Roma. La tensione si affievo1ì di colpo. Tutti gli intellettuali scappati al Sud ton1avano a Roma, lasciando noi ragazzi soli con i burocrati della vecchia EIAR e con i prefetti di Bonomi. Fui assalito dal terrore di ripiombare nella Napoli perbene di prima della guerra, in piena restaurazione, con tutti i dottori, gli ingegneri, gli avvocati tornati al loro posto, i salotti di via dei Mille riaperti, le sale da eone.arto gremite di sordi, le pasticcerie affollate alla domenica, i generali del Re a palazzo Salerno, i principi e i baroni al Casino dell'Unione, i figli di papà al Circolo del Tennis. In una città di questo genere, non potevo e non volevo trovare la sistemazione di cui avevo bisogno per . sopravvivere e per sposarmi. Per sposarmi, anzi, e sopravvivere no,n avevo bisogno di nessuna sistemazione. Volevo co,ntinuare la guerra contro i mostri, una ~erra di carta e di parole ma combattuta su un vero fronte 107 ibli teca Gi o Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==