Alfredo Testi da risolvere senza tenere nel dovuto. conto una serie di circostanze oggettive; e ciò perché tale scelta è fortemente condizionata; almeno nei suoi principali caratteri di impostazio 1 ne, -dal contesto economico ed istituzionale in cui il sistema contabile è destinato ad essere inserito 4 • Portando questo concetto alle sue estreme conseguenze, Bauchet afferma che « ... quando l'econo-mia è liberale, non esiste una vera co-ntabilità ... » 5 , intendendo così sottolineare che quest'ultima, a differenza della statistica ( « né dinamica né operativa » ), nasce dalle esigenze della pianificazione e dalle particolari forme di coordinamento 1 che essa vigorosamente sol,lecita. La natura e l'articolazione del sistema di contabilità sono cioè determinate dalle esigenze della politica di piano, la quale, a seconda che sia più o meno rigida, più o meno centralizzata, più o· meno dettagliata nei vari livelli e nei vari settori, consente di individuare le più o·pportune caratteristiche - di for1na e di impiego - del sistema di contabilità sociale da adottare. Sono appunto tali circostanze che spiegano in larga misura le differenze di impostazione o di accento tra quegli autori che, occupandosi dell'argomento, si riferiscono - idealmente o praticamente - a sistemi econo,mici co11 problemi e caratteristiche differenti 6 • E tuttavia, a dispetto quasi di una serie di difficoltà tecnic_he particolari (come quella della misurazion~ del reddito regionale, o quella della definizione del « residente», ecc.) i vari autori concordano, nella grande maggioranza, sulla necessità che l'impostazione e l'elaborazio,ne dei quadri contabili regionali avvengano in armonia con l'impostazione ed elaborazione dei quadri contabili a livello più aggregato, per giungere alla definizione di un sistema unitario di contabilità sociale, articolato sul territorio e differenziato nelle caratteristiche che assume ai vari livelli, ma organico nella sua struttura. La contabilità ai livelli « Planification Econornique Régionale », O.C.S.E., Parigi, 1961, pp. 273--309. La parte finale del saggio illustra, sia pure brevemente, le più promettenti linee di ricerca nel settore. 4 Così, ad esempio, Isard sostiene - in un'opera a ragione considerata un classico -- l'opportunità di adottare diversi approcci ai singoli problemi della definizione dei quadri contabili, a seconda del livello di sviluppo raggiunto dalle diverse regioni. Si veda W. lsARD, Methods of Regional Analysis,- The M.I.T. Press Cambridg1e (Mass-.), 1960, pp. 86--99e 100-17. s Si veda il saggio di P. BAUCHET, La comptabilité économique régionale et son usage, in « Economie appliquée », Tomo XIV, n. 1, gennaio-marzo 1961, pp. 51-81. 6 Leven, in un saggio di esemplare chiar1ezza, oltre ad illustrare gli sviluppi del pensiero intorno alla contabilità regionale, ed a considerare problemi di rnisurazio:p.e e di metodo ad essa inerenti, discute i rapporti tra teoria dello sviluppo economico regionale e modo di affrontare i problemi di impostazione della contabilità sociale Gl: quel livello. Si veda C. L. LEVEN, Regional and Interr:egzonal Accounts in Pers1:ectzve, in L. NEEDLEMAN (a cura di), Regional Analysis, Penguin modem Econom1cs, Harmonds,vorth, 1968, pp. 61-85. 94 s·ibliotecaGino Bianco • I
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