Nord e Sud - anno XVI - n. 120 - dicembre 1969

.. Antonino Di Giorgio il quale, al momento, no,n possediamo cifre neppure appro•ssimative ). V'è dunque un problema non di° carenza ma di sovrabbondanza di operatori del diritto. E in questa elefantiasi di giurisperiti, alimentata dal nostro Mezzogiorno, matrice incessante .di « pagliette» e di ingegni finissimi dediti al diritto (-per i magistrati, si sa _che provengono per il 54% da università del Mezzogio1rno e delle Isole, senza contare cioè quegli altri numero 1si magistrati meridionali che si sono laureati in università del Centro-nord. Per gli avvocati non ci sono dati precisi, ma si sa che tutte le città d'Italia so·no piene di ·avvo,cati meridionali. È caratteristico e divertente il fenomeno· linguistico cui la televisione ci fa assistere appena comincia un « servizio » sulla giustizia: l'accento degli interlo,cutori, che solitamente è centro--settentrionale, scende immediatamente di un paio di gradi di latitudine, affiora tutta la gustosa geografia dialettale del Mezzo,giorno, e sembra di stare non più nella Rep·ubblica Italiana ma in un bonario, scettico Regno di Napoli), in questa elefantiasi, dicevamo, che non sta solo nel soprannumero di personale, ma anche nell'eccesso di apparato lo·gico, dottrinale e giurisprudenziale con il quale vengono affrontate anche le più sem.plici questio,ni giuridiche, deve risiedere una delle cause della disfunzione giudiziaria. Il professionista cl1e ha occasione di esaminare incartamenti processuali esteri o di corrispondere c~n avvocati stranieri, non tarda ad accorgersi che fuori d'Italia le questioni giuridiche vengono trattate con maggiore sobrietà e minore finezza. Viene dunque· abbastanza naturale pensare che da noi tanta industria di interpretazione, tante sottigliezze procedurali, tanti vizi di forma con relative nullità, siano effetto dell'applicazione solitaria di giureconsulti che non hanno 1 molto da fare e che po,ssono rigirarsi le loro quattro cause senza preoccupazioni di tempo. Chi, a· mente serena e con animo distaccato, legge il fascicolo di una causa civile di pretura, specie se si tratta della pretura di un picco 1 lo centro) del Mezzogiorno e specie se s'imbatte in una causa classica della ora declinante litigiosità co,ntadina, un regolamento· di · confini o uno spoglio, no·n può non restare so1 rpreso, io credo, leggendo le comparse d-egli avvocati e la sentenza del giudice, della profusio•ne d'intelligenza, di acume, di dottrina, di zelo che vi rinviene. Quel lettore obiettivo, specialmente se è studioso, di altra disciplina, certamente ricaverà dall'insieme (e cioè anche dai minuziosi verbali di sopralluogo, dalle strenue deposizio,ni dei testi, dalle ingegnose consulenze tecniche) l'impressio·ne di un immenso spreco, di una ricchezza dilapidata. . Lo spreco sta non solo n~l rilevante co,sto del p-rocesso in relazione alla pochezza del valore in contestazio-ne, no·n solo nel dispendio di attività da parte di un folto e qualificato gruppo di professionisti (un 82 \ BibliotecaGino Bianco

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