·' / Argomenti ; giustizia vengono prima degli interessi degli individui che la servono, ma il sacrificio che si dovrà richiedere a quelle centinaia di professionisti, che pure svolgo.no una funzione indispensabile alla società civile, non può essere igno,rato. Sacrificio tanto più grave ove si rico,rdi, dopo tutto il male che co·nfusamente si vocifera nei co·nfronti della classe forense, che gli avvocati sono rimasti gli unici tra i liberi professionisti a non vivere di denaro· ·pubblico, laddove i medici, attraverso le mutue, e gli ingegneri, attraverso le percentuali sui lavori degli enti, attingono, spesso co,n scandalosa larghezza, alle mal custodite casse della collettività. In un paese come il nostro, nel quale si è diffusa una mentalità di tipo assistenziale e tutti pretendono - e alla fine ottengono - di essere mantenuti dalla collettività, gli avvocati sono gli unici che lavorano senza sapere se saranno pagati, gli unici che ·non posso,no inalberare in testa a un corteo un cartello co1 n la scritta « Vogliamo più cause », gli unici a non potere pretendere dalla società, di fro,nte alla obbiettiva diminuzione del lavoro· giudiziario e alla incerta solvibilità del cliente, una qualche garanzia di stabilità o di retribuzio·ne minima. Infine, per ritornare al nostro tema, anche la ridistribuzione dei magistrati, e cioè anche la revisione delle piante organiche dei singo,Ii uffici giudiziari, che 1 pure si indicava come strumento efficace di risanamento·, è stata fatta ma non ha dato i frutti sperati. « Una revisione globale delle piante organiche è stata infatti attuata di recente col decreto 31-12-1966 dopo un'accurata e rigorosa istruttoria che ha intensamente impegnato il ministero e il C.S.M. ed è sconsigliabile ogni modifica tranne che per situazioni del tutto particolari » ha de:to il ministro Gava nel suo• discorso al Senato, del 29 gennaio 1969. Domandiamoci allora se per caso è insufficiente il numero degli avvocati. La domanda fa sorridere. Tutti sanno che gli avvocati in Italia sono, molti, anzi decisamente troppi. Gl'iscritti agli albi erano, al 30 aprile 1967, 38.408; gl'iscritti alla cassa di previdenza erano·, alla stessa data, 30.533. Si può quindi, con buona approssimazione, fissare in trentamila il numero degli avvocati e procurato·ri effettivamente esercenti, quanti cioè quelli iscritti alla cassa. Trentamila avvocati per le circa 350.000 ca1 use civili che sono state iscritte in primo grado nel corso del 1968 (escluse le cause di conciliazione) sono evidentemente troppi. Ma anche i circa quattromilacinquecento giudici attualrr1ente in funzione (esclusi cioè i magistrati delle procure, i tirocinanti e gli addetti a funzioni non giudiziarie) appaiono troppi rispetto alle circa 180.000 sentenze civili pro-nunciate in tutti i gradi (esclusa solo la conciliazione) nel corso del 1968, così come fu ritenuto dal C.S.M. e dal Presidente della Repubblica (bisogna naturalmente aggiungere il lavoro penale per 81 i r teca Gino Bianco
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