Antonino Di Giorgio che la crisi sia effetto del numero insufficiente dei magistrati e che con l'allargamento- dell'organico e l'esaurimento delle vacanze la crisi sarebbe cessata. Soggiacendo a questa illusione sono stati banditi una serie di concorsi a ritmo accelerato e in soli cinque anni, dal 1963 al 1968, i nuoivi magistrati entrati in servizio sono stati ben 1.500 circa, di modo che fondatamente il ministro Gava prevede che entro il prossimo anno l'organico dei magistrati - po,rtato intanto alla cifra di 6.882, pro·porzionalmente la più alta forse tra le nazioni del mondo - avrà raggiunto il suo plenum. Contemporaneamente a questo 1 massiccio reclutamento, la litigiosità ha compìessivamente continuato· a declinare (com'è statisticamente accertato), per cui i rinforzati ranghi dei magistrati devono affro,ntare una mole di lavoro, inferiore a quella che si prevedeva al mo,mento dell'allargamento dell'organico. Ebbene pro·prio ora che, secondo le previsioni, la crisi dovrebbe essere risolta o quasi, essa ha toccato la sua fase più acuta. Aumento massiccio dei magistrati e diminuzione delle cause non sono valsi ad abbreviare i tempi di definizio•ne delle cause, che hanno toccato una durata insostenibile; si è anzi, catastroficamente, confermata la tendenza all'allungamento di tali tempi. Deve quindi concludersi che magistrati più numerosi non fanno una giustizia più rapida. Se questa affermazio·ne è giusta, neppure è il caso di aspettarsi uh sostanzioso miglioramento dal riassetto delle circoscrizioni giudiziarie, più volte ventilato ed ora, a quanto pare, messo seriamente allo studio presso il ministero della Giustizia e presso il Consiglio Superiore della Magistratura. Tale riassetto dovrebbe infatti portare alla soppressione di alcune diecine qi tribunali e di preture (oltre alle 86 pret_ure che vennero soppresse nel 1964) e quindi al recupero, forse, di un paio di centinaia ·di magistrati. Ma se l'assunzio 1 ne di 1.500 nuovi magistrati non è valsa neppure ad attenuare la crisi, non si vede con1e a ciò potrebbe riuscirsi semplicemente con l'addossare a 200 magistrati già in servizio un maggio 1 r volume di affari. Nondimeno la soppressione di quegli uffici che non possono giustificare la loro esistenza con uri congruo numero di sentenze, pur lontanissima dal costituire un toccasana, è doverosa, non _foss'altro che per esigenze di ordine e di piccola economia. Sia ora consentita una parentesi per fare presente, dato che la circostanza è stata fino,ra sottaciuta, che il risp·armio si compirà sulla pelle di alcune centinaia di avvocati, quelli che risiedono presso gli uffici da sopprimere, i quali dovranno o prendere la difficile decisione di trasferirsi al seguito degli uffici, o rassegnarsi al deperimento e talora alla chiusura dei loro studi. Certo, gli interessi generali della 80 ' - BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==