Nord e Sud - anno XVI - n. 120 - dicembre 1969

.. Argomenti questo campo squisitamente umanistico, né nelle macchine di oggi né in quelle del futuro. Le deposizioni dei testimoni non possono essere raccolte su schede perforate ed elaborate da un computer il quale poi fornirà la verità media; potranno, questo sì, essere registrate su nastro, non più faticosamente trascritte a penna, ma il ,progresso che si fa è poca cosa, la testimonianza resterà la dichiarazione di un uomo incerto, variamente condizionato, forse prevenuto, e la interpretazione dell'oscuro frammento di realtà che egli fornisce resterà sempre affidata all'intelletto umano. Purtrop·po non esistono dispositivi che scoprano la verità e quand'anche un domani esistessero, non ogni pro·blema sarebbe risolto: perché all'intelletto resterebbe pur sempre da coprire quel lungo cammino che corre tra l'individuazione del fatto. e l'applica zione della norma giusta. Mentre non è verosimile che le macchine possano aiutare la giustizia, neppure sembra verosimile l'altra pro.posizione affine, che pure viene spesso confusamente formulata, secondo la quale uno dei motivi della crisi sarebbe la mancata presa d'atto, da parte del diritto, delle vistose trasformazioni che la vita di relazio,ne ha subìto per effetto delle macchine, di tante macchine poste a servizio della collettività. Si afferma infatti da taluni, senza mai stringere l'argomento, senza mai concluderlo co11 indicazioni precise, che le norme dell'attuale diritto sostanziale e processuale, dettate quando si viaggiava in carrozza, non andrebbero più bene oggi che si viaggia in aereo e in automobile. L'antitesi evidenzia bene la grande avanzata fatta dall'umanità rispetto ad un_passato non ancora remoto; ma tentare di fare fruttare tale antitesi nel campo del diritto sembra essere, ·a differenza di quanto è avvenuto in altri campi, operazione sterile. Non si vede infatti come il diritto potrebbe modificarsi in considerazione della massiccia diffusione delle macchine. Potrebbero forse essere abbreviati i termini di prescrizione o quelli di comparizione, ma non si vede quale sua norma di co1 ndotta, tra quelle di fondo, dovrebbe aggiornarsi nel prendere atto del pas-- saggio dalla carrozza all'automobile. Per quanto possa essere spiacevole, bisogna ammettere che la macchina, potente strumento di liberazione per le masse e decisivo fattore di trasformazione per ogni altra realtà storico-ambientale, è p-er la giustizia un elemento inerte: inutilizzabile ed ininfluente. Se la crisi della giustizia non dipend•e dunque da un viziato-, sp~- requato rap1 porto tra essa e la moderna tecnica, le cause debbo,no essere altre. Domandiamoci allora se per caso è questione quantitativa, di numero dei magistrati. È stata questa, ed è tuttora, un'illusione tenace, contrastata da pochi (tra i quali ricordiamo Maranini), l'illusione 79 .Bi.bl-■ oteca Gino Bianco

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