" Antonino Di Giorgio Ora dunque che il discorso sulla giustizJa, da privato e specialistico che era, è diventato pubblico e generale, ci sembra necessario che esso si appTofo·ndisca e si amplii, e soprattutto che si volga senza impacci al concreto, cercando di scoprire tutte le piaghe che si aprono sul corpo languente di Temi, anche le più ascose, anche quelle che, per il riguardo dovuto ad una dea, si vorrebbero ignorare. · Se la ricognizione deve essere fatta per esteso e senza pudqri, è anche necessario che quell'unità che nelle recenti .agitazioni ha legato magistrati ed avvocati, si spezzi e che ciascuna delle due categorie si metta a ricercare per conto proprio. Per meglio •dire: mentre è opportuno che nell'azion·e esterna entrambe le categorie continuino co11giuntamente a premere sul legislativo e sull'esecutivo per ottenere quelle leggi e quegli strumenti materiali che solo essi possono, dare, è necessario che all'interno ciascuna categoria studi attentamente se stessa e l'a,ltra, e poi proclami con franchezza i risultati cui è pervenuta. Un siffatto reciproco esame può essere fatto con sufficiente cattiveria, e quindi con la possibilità di importanti ritrovamenti, perché, come noi tutti sap.piamo, tra magistrati ed avvocati non corre buon sangue, non c'è tra loro quella stima che, so·briamente i pri 1 mi, svisceratamente i secondi, vicendevolmente si professano nel corso delle manifestazioni ufficiali •e dei dibatti1nenti d'udienza. Sarebbe ,dunque ora che di questi malumori, ·di questi inveterati rancori, di questa sorda ostilità si cominci a parlare p·ubblicam,ente e non più con borbo,ttii e sfoghi privati come finora si è fatto·, convinti come siamo che questi 1nalumori, sia quelli nutriti da una categoria sia quelli nutriti dall'altra, co,ntengano una parte non piccola di verità e che il rilevamento e l'enumerazione , dei motivi di reciproca insoddisfazione possano co·ntribuire quanto meno al chiarimento della questione. Veramente qualcunoj si era già avviato· su questa strada ed aveva cominciato a prendersela non più solo con la inadeguatezza delle leggi e con la insufficienza delle attrezzature, ma anche con i cosiddetti operatori del diritto, e cioè, app,unto, con gli uomini. Ricordiamo i richiami fatti dal procuratore della Cassazione Poggi nei disco,rsi inaugurali del 1966 e del 1967 circa lo scarso rendimento· dei magistrati, e quelli fatti dal procuratore della ·Corte di Ron1a Lattanzi nel discorso inaugurale del 1967, circa certo 1 malcostume degli avvocati. l\fa di questi richiami, che pure sembrano di evidente, anzi ovvia giustezza e che semmai avevano il torto di essere formulati con eccessiva circospezior1e, i primi, quelli fatti da Poggi, sono stati oggetto di acide critiche da parte dei magistrati, i quali hanno ritenuto no,n affatto probante il rilevamento statistico adoperato dal loro accusatore; i seco·ndi, quelli fatti 68 BibliotecaGinò Bianco
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