.. / IJa mafia dei mercati I stiame). Sempre dallo stesso rapporto della Questura di Palermo è possibile apprendere che, nello stesso periodo, 18 pregi11dicati mafiosi, che svolgevano la loro attività nel recinto del mercato ortofrutticolo, sono stati denunciati per associazione a delinquere; mentre a carico di tre, tra commissionari e grossisti dello stesso n1ercato, risultavano, da u11a indagine della polizia, gravi precedenti penali. Il quadro diviene più fosco nel settore delle carni e del pesce. Rispettivamente, il 30 ed il 50 per ·cento dei grossisti risultavano perso 1 ne con precedenti penali. Come si è creata questa inverosimile situazione? La risposta sta 11el fatto cl1e la Camera di Commercio di Palermo, ha iscritto negli albi dei grossisti e dei commissionari, previsti da una legge del 1959, tutti coloro (o quasi) che di fatto svolgevano questa attività, in base solta11to all'esibizione di una ricevuta che attestasse il versa1ne11to della apposita tassa di concessione governativa, senza assolutamente richiedere i certificati penali e di buona condotta che, pL1re, erano stati espressamente prescritti, con una circolare dell'll aprile 1969 dal Ministero dell'industria e del commercio. Ma non è questa la sola irregolarità commessa dalla Camera di Commercio e dall'Ente che gestisce il mercato. Praticamente, le unicl1e persone che sono state cancellate dall'albo dei grossisti e dei_ concessionari sono quelle decedute per cause naturali. Lo stand assegnato ad Emanuele Leonforte è stato assegnato (dopo che costui venne ucciso in ttn conflitto a fuoco nei pressi del mercato) alla vedova, mentre lo stand di Michele Gulizzi, detenuto per associazione a delinquere, è stato assegnato alla moglie. Più recentemente, dopo che la Camera di Commercio (che nel frattempo aveva mutato presidente) aveva escluso dagli albi alcuni o,peratori ai quali erano venuti a 1nancare i requisiti di buo,na condotta, questi hanno continuato lo stesso, ed impunemente, a svolgere la loro attività all'interno· dei mercati. Vale la pena di ricordare un episodio particolarmente significativo: nel febbraio del 1965 il prefetto di Palermo chiese, d'ufficio, al sindaco della città, i certificati di buona condotta dei co-mmissionari del mercato ortofrutticolo: Giacomo Buimonte, Francesco Paolo Romano ed Emanuele Ulizzi. Il sindaco rispose alla richiesta del prefetto negando· i certificati perché, a suo dire, questi potevano essere rilasciati soltanto ... su richiesta degli interessati. Il prefetto di Palermo, naturalmente, non fu dello stesso avviso e con una lettera dell' 11 marzo 1965 richiamò ufficialmente il sindaco al rispetto della legge. Soltanto do·po di ciò, e comunque dopo un anno esatto dalla lettera del prefetto, il sindaco comunicava che ai tre commissionari erano 57 ,, Bi'blioteca Gino Bianco
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