Luigi Compagna La serrata dei geometri La tendenza delle agitazioni studentesche a concatenarisi e sovrapporsi in modo fluttuante, rende sp•esso difficilmente intellegi_bili all'opiillione pubblica l'essenza e i confini delle si!llJgole richieste e rivendicazi,oni. Così, nel gran mare degli scioperi, delle proteste, del1 le p·olemiche di questi ultimi tempi in cam'.pO scolastico, si è quasi perisa la «serrata» degli Albi dei geometri, che si è concretata nel rifiuto di iJsorivervi i diplomati dell'ultima sessione. Essa ha provocato u·n po' dovunque, ma specie ·a Napoli, tumulti e anche qualche violenza finché interventi ministeriali non hanno costretto i promotori della « serrata » a. recedere dalla posizione assunta. Secondo una lettera del Presidente del Consiglio Nazionale dei Geo-· metri, citata da « Il Mattin 10 » del 14 novembre, si era giunti ·alla d-ecrsio1 ne di non ·accogliere nell'albo i licenziati del 1969 « allo scopo di ,salvaguardare e sostenere i geometri inscritti all'albo e i giovani, ma nel1 lo stesso tempo di assicurare il decoro e il prestigio della profesisione, compromessi dal deoadim,ento deg1i studi ». Tale presia di posizione, insomma, era stata giustificata con la consueta difesa della « serietà degli studi», che trova sempre orecchie attente e benigna con·siderazione tra i laudatores temporis acti, i quali però non elaborano alcun· piano perché 'la si raggiun·ge finalmente, e si limitano a ribadire il logoro concetto ch·e gli studi erano « seri >> in quanto selezionavano spietatamente, ossia restavano privilegio di pochi. Puntualmente quindi, anche in questa occasione, ritorna il tema della « disocoupazione intellettuale», a rimedio della quale no,n si propone tuttavia una organica pianificazione che consenta il reperin1.ento di un lavo,ro qualificato per tutiti, ma il drastico e semplicistico criterio del « chi è dentro è ,dentro, e chi è fuo·ri 1 resti fuori»., Ciò che più colpisce, in una tale iniziativa, è il suo carattere « corporativo », il m·anifestarsi in essa di quella gelosa cura nel tutelare interessi settoriali, di quella « tendenza degli individ1ui a -colJega:risiin classi» ·ohe la ·cosci,enza illuministica di Manzoni attribuiva alle epoche b·arb·are e feroci in cui viene meno la cirvica legalità. E che, bisogn·a aggiun·gere, è drammatica den,uncia della esistenza, ancor oggi, di un ambiente economicamente depresso e moralmente represso per il quale la «istruzione» è solamente strumento per una faticosa e aleatoria promoizione sociale. È lo stesso ambiente che aocolse, con u,no sgomento ancora non del tutto sco1mp1 arso, 1'i1stituzione della Media· dell'ob·bligo, poiché vedeva con essa vanificarsi il valore « pratico» di quel modesto titolo di studio che, quando ancora non era alla portata di tutt~, offriva, a certa piccola borghesia, resa egocentrica dalla secolare lotta per la sopravvivenza inclividuale, e rimasta conservat 1 rice per disperazione, i tradizionali sbocchi nei bassi gradi •della burocrazia e delle forze armate che, prima e dopo l'Unità, sorio stati, e talora sono, 1' 1unica possibilità di lavoro per gli abitanti di intere regioni. Attualmente, questa strenua lotta per mantener-e posizioni precaria48 , BibliotecaGirioBianco
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