/ I vescovi italiani come società perfetta, si è dichiarata autositfficiente e si è posta come· Vicaria di Dio, invece di esserne lo strumento e la trasparenza». E il teologo p. Hamer, contestando uno pseu-do ecumenismo centralizzatore aveva affermato che « la Chiesa universale non è ciò che rimane dopo aver elin1inato le particolarità delle Chiese locali, non è un albero ridotto al tronco dop)o averne p·otato rami e foglie. La Chiesa universale è l'albero intero fino all'ultima foglia. Essa è il costitutivo di tittte le varietà legittime delle comunità locali, varietà che sono la sua ricchezza ». E padre G. De Rosa osservava nel suo co,mmento: « in Italia sta nascendo un nuovo tipo di cristiano, an2i un nuovo modo di essere cristiano, che differisce profond 1 a1nente dai modelli passati e che non si tro1Ja a sito agio nelle attuali strutture della Chiesa » ... « ci sembra, perciò, che dal dibattito di Assisi siano scaturite atc·une importanti indicazioni per il rinnovamento della Chiesa in Italia ». Ma quale posto avrà la Chiesa locale nelle auspicate n11o·ve « strutture » della Chiesa? E il principio di struttura non po,rta con sé quasi inevitabilmente una interpretazione piramidale, qt1ando· ciò che semb1:;a si ·richieda è uno spirito di ,comunione che sup·eri, ad un piano più ·alto, i rap•porti tra collegialità e ·primato, tra Chiesa locale e Chiesa universale? Proprio su questo· tema un articolo di Angel Anton S. J. su Unità e diversità nella Chiesa secondo il Vaticano Il 3 è indicativo dello stato di incertezza teologica «ufficiale». Anton rico·nosce che « l'ecclesiologia occidentale considerò con predilezione l'universalità della Chiesa e nel corso dei secoli non sempre ha preso nella dovuta considerazione la varietà e la diversità delle Chiese particolari e soprattutto non ne ha tirato tutte le conseguenze per la strutturazione del governo della Chiesa e per l'esercizio concreto dell'autorità». Ma ·accanto a questo riconoscimento, il teologo .afferma decisamente che « la Chiesa locale pienamente costituita deve incli,dere la debita dipendenza della suprema Sede Apostolica Romana se vuole restare entro la comunione », Del resto, lo stesso Anton così spiega le radici -dell'incertezza teologica: il passo centrale sulla teologia della C1hiesa locale fu « incorporato nella Costituzione della "Lumen gentium" quando essa aveva raggiunto la sua stesura definiti11a e per soddisfare esigenze di ordine pastorale, più che per motivi teologici ». « Tuttavia - continua l'articolista con obiettività - il brano incorporato, in.. teso in tutta la sua rilevariza teologica, apre grandi possibilità per il futuro dell'ecclesiologia ». 3 « La Civiltà Cattolica», 4 ottobre 1969. . 31 ·~-Biblioteca Gino Bianco . .
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