• I Dino Cofrancesco prendere, al di là delle apparenze, assieme a quello che l'Autore dice esplicitamente, quello che non dice e che tuttavia intuisce con possente genialità. Senza contare poi che ci possono- essere analisi superficiali che, in sede operativa, riescono a promuovere azioni intelligenti e dotate di senso etico compiuto e analisi profonde che, come soluzione ai mali denunciati, propongono rimedj effimeri e illusori. Si tratta, è vero,, di casi estremi; ché, in pratica, i pregi e i difetti delle proposte sono rintracciabili già nell'acutezza o nell'inco1mpletezza delle diagnosi. E tuttavia l'esigenza fatta valere da Matteucci e la sua stessa liquidazione della lettura « adorniana » di Tocqueville non convincono, del tutto. Sareb 1 be stato più utile, invece, individuare ciò che differenzia Tocqueville ris-petto ai suoi lontani pronipoti di Francoforte non sotto il profilo dei ·programmi politici, ma sul piano stesso delle analisi criticosociologiche, cercando di capire la diversità di atteggiamenti dinanzi agli stessi problemi e i rapporti tra sociologia e valor~. Ed ancoira più formativo, sarebbe stato. esaminare non tanto ciò che p1roponeva il pensatore di Valogn·es dinanzi alle disarmonie sociali del suo tiem.po, quanto ciò che ha veramente· compreso del .nostro e la misura in cui le sue analisi possono ancor oggi essere rigualìdate come valide. Perché, quanto alle risposte che si traducono in programmi politici, occorre ricordare, con dl Croce da La storia come pensiero e come azione, che esse non ci debbono venire da altri che dalla nostra coscienza, dal momento che la storia presente è sempre irriducibile e singolarissima 126 Biblioteca Gino Bianco e nessuno può additarci la strada maestra, perché nessuno può mettersi interamente nei nostri panni, né lo potrebbe senza grave pregiudizio dei suoi. Soffermarsi con la verità alla pars destruens mi sembra più sicuro che addentrarsi, con l'errore, nella pars costruens. Ed è discorso, questo, per nulla peregrino, perché, a chi sappia leggerlo in profondità, uno degli aspetti spiritualmente più fecondi del pensiero di Tocqueville consiste nel senso di una verità, che è paga solo di sé e ch,e non rinu-ncia ad alcuna p·arte di sé -per potersi tradurre più agevolmente in azione. Ma una volta che abbiamo preso atto dell'acutezza delle analisi sociologiche di Tocqueville, rapportandol•e talora, nella concordanza o nella discordanza, a quelle della sociologia più recente, una volta che ab1 biamo compilato· l'elenco di tutto ciò che Tocqueville aveva lucidamente previsto, non ci troveremo forse in mano una pura esercitazio11e açcademica? In effetti, per essere proficua, una rilettura della Democrazia in America deve poter spiegare le ragioni reali che sono alle origini della lucidità analitica, mostrando il metodo reale che consente all'Autore di esaminare criticamente la società. Ma esiste poi metodo che non si fondi in una ben precisa vision·e -della vita? Ed esiste visione della vita, del mondo, della storia che non tragga alimento e confronto da un atteggiarsi morale dell'individuo dinanzi alla propria coscienza e all'universo dei rapporti interumani? Occorre, insomma, studiare la _sociologia di Tocqueville co.me un p·unto di arrivo,
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