Rileggendo « La Den1ocrazia in An1erica » e i diritti del,1'89 e vede nella borghesia la sola custode delle gara·nzie costituzionali, come quella classe che ha tutto da temere da un'arbitraria sospensione di esse a beneficio di una nobiltà ormai anacronistica e piena di revanchistico 1 rancore, Tocqueville, invece, vissuto qualchè generazione più tardi, sa che la vittoria della bo1rghesia è oggi ·pii1 che mai sicura e nulla potrà arrestarne la scalata al potere. Lo spettacolo della mo1 narchia di luglio gli ha insegnato che la libertà, nell'età moderna, non è retaggio di una classe piuttosto. che di un'altra, ma può essere solo la risultante di un complesso equilibrio- di poteri, frutto esso stesso di ben determinati costumi, credenze religiose, istituzioni, cultt1ra etc. Il regime delle classi medie, lungi dal consolidare le garanzie liberali, tende proprio per un vizio interno alla sua costituzione, a metterle in perico,lo. Sembra quasi che il nobile, sco,nfitto storicam.ente dal borghese, prenda la _sua rivincita non sul piano del tempo, ma su quello della scienza. La filosofia del mercante ha vinto, è vero, ma questi ignora quanta desolazione possa nascondersi nelle sue p,rc.messe, una volta andate ad effetto. Ne viene fuori un'analisi per nulla consolante e rasserenante: un'anali 1si che sembra di oggi, tanto è viva e precisa nei dettagli, ed è stata scritta più di centotrent'anni fa. E qui veniamo all'aspetto, a mio avviso, più att,uale del p·ensiero tocquev.illiano: la critica della società borghese. Nell'Introduzione agli Scritti Politici di Tocqueville, Matteucci avverte, e non del tutto a torto: BibrotecaGino Bianco « Sarebbe errato insistere eccessivamente in questa nuova chiave di lettura della Democrazia in An1erica, quasi per ubbidire alla nuova moda, quella della ' teoria critica della società '. Non già perché questa chiave sia sbagliata, ma perché, così isolata, è troppo unilaterale: i motivi che essa ha contribuito a mettere in luce, possono essere intesi nella loro profonda verità solo nell'ambito dei classici temi tocquevilliani, prop,rio perché la ' teoria critica della società ' non è riuscita a sun& ..L rare il momento della pura negazione, mentre nella sfida del Tocqueville al suo tempo c'è una risposta positiva ». Quest'avvertenza, almeno ad una lettura storica dei testi, è esatta, e tuttavia non la si può accettare senza riserve. I classici, infatti, e quelli del pensiero politico in modo particolare, ·sono caratterizzati da un'ambiguità di fondo, ricca di fermenti etici e di possibilità interpretative molteplici e spesso, contraddittorie. Indub-biamente il Tocqueville « sociologo demistificatore » è lo, stesso che al conformismo democratico contrappone, quale antidoto efficace, le libertà locali e le garanzie libe· rali e tuttavia non si può ignorare che la sua denuncia tocca accenti così profondi che il discorso, critico sociologico acquista una sua autono,ma validità rispetto alla pro1 blematica liberale della Democrazia in America. Questa considerazio·ne è la sola rilevante in sede interpretativa. Cl1e poi alla critica si accompagni o, me'" no il momento della ricostruzione, ciò mi sembra indicativo di una psicologia, ma non eccessivamente importante quando si cerca di com125
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