Nord e Sud - anno XVI - n. 120 - dicembre 1969

I , SCIENZA POLITICA I Rileggendo "La Democrazia in America" di Dino Cofrancesco La De1nocr.azia in An1erica di Alexis d·e Tocqueville, ricomparsa da poco in Italia nell'elegante testo della UTET a cura di Nicola Matteucci, è forse uno dei libri più profondi e sconcertanti della vasta letteratura politica e sociale dell'Ottocento. Trattasi di un'opera, infatti, che, pur nella chiarezza dell'esposizione e nella linearità dell'architettura, non cessa di stupire per il vario e imp,revedibile intrecciarsi di piani e di dimensioni, per gli esiti arditi, oppure su1 ggestivi ed inquietanti, ai quali appro 1 da, per l'ambiguità stessa di un'anima caratterizzata da un'intima vocazione alla ascesi e tuttavia così acuta nel cogliere le tendenze nascoste nei processi sociali, nell'avvertirne in anticipo i risultati, nel mettere a nudo le illusorie pretese del « fatto » e del « dato». Le opere di Marx, a confronto con il capolavoro di Tocqueville, fanno un'impressione del tutto op,posta. Il padre del socialismo scientifico, infatti, ado1 p·era quasi sempre una terminologia h1 egeliana difficile, ed anzi spesso molto dura. Non di rado, in opere come La Sacra famiglia o Mi- - .ibl'ioteca Gino Bianco seria della Filosofia, l'architettura si ap1 pesantisce, il dettaglio diviene parte fondamentale dell'edificio e quest'ultimo, a costruzione ultimata, pur senza perdere nulla in compiutezza, fa l'effetto dei mausolei barbarici, solidi e scostanti per chi non ne abbia penetrato l'intimo pathos. Eppure, una volta trovata la giusta cl1iave interpretativa, il pensiero di Marx, se rin1ane ancora oscuro in qualche particolare, nel suo nucleo concettuale diviene improvvisamente semplice e privo di ambiguità. Il pensiero di Tocqueville è tutt'altra cosa. Esso è come un p·aesaggio che mostri vie dritte e agevoli, file di alberi dis,poste in geometrica fuga, prati e boschi che si direbbero frutto di attente ed estenuanti cure, cieli sereni usciti dalla fantasia di una paesaggistica del Settecento, e tale, tuttavia, che difficilmente se ne colga l'insieme. Le vie, infatti, portano a siti diversi ed ogni elemento poi emerge all'essere con una sua così spiccata individualità che l'occhio indugia nel seguirne la parabola vitale e, così facendo, si allontana dalla strada maestra e insegue pen·sieri che lo porteranno 119

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