Nord e Sud - anno XVI - n. 120 - dicembre 1969

Lettere al Direttore Lo stesso si potrebbe ripetere a proposito di ciò che Ferrara dice del· l'aspetto «fisiologico» e «patologico», giacché non vi è fenomeno politico reale - come egli afferma - che non sia fisiologico e patologico insieme, e cioè « degenerativo ». Dire ciò - si può replicarf!: - non può certo significare che sol perché « in rerum natura » il bene si trova sempre frammisto al male, si debbano accettare il bene ed il male così come sono. Ferrara non può certo voler dire questo, se è vero che le istituzioni deniocratiche dello Stato, e, in particolare, come egli be11e intende, la dialettica dei partiti, servono e sono predisposte proprio· a curare - o, alme110, in certa misura ovviçire - quei mali degenerativi da lui descritti. Ma, se ciò è vero, sorge e si pone sempre la medesima do·manda: e per i partiti politici? Non deve forse valere, anche per i partiti politici, ciò che vale per lo Stato? I partiti servono nello Stato come antidoto all'autocrazia, ecc., e, all'interno dei partiti, quale è, ·deve essere, e può essere, l'antidoto per evitare lo stesso male o mali simili? In effetti, l'intervento di Ferrara è suggerito da quella che egli chiama una attuale « vasta offensiva contro i partiti politici italiani ». A me non sembra però che proprio di questo oggi si tratti - poteva se mai trattarsi di questo qualche decennio fa, quando i critici dei partiti venivano appunto bollati col rapido epiteto di qualunquisti (con quanto danno però, anche allora, per un serio e spregiitdicato dibattito circa lo stato della democrazia interna nei partiti, è facile solo oggi scorgere) - giacché oggi si tratta invece del crescere del bisogno di partecipazione sociale a tutti i livelli ed in tutte le istituzioni, e, quindi, anche all'inter110 dei partiti. Il problema vero _che oggi si pone, non può trovare allora soluzione con una generica difesa dei partiti, come non lo può, evidentemente, con le solite querimonie contro la partitocrazia, da Ferrara giustamente criticate. Acquisito il concetto fondamentale sostenuto da Ferrara, e cioè che la democrazia è possibile solo con i partiti e mai senza i partiti, occorre poi andare oltre, per cercare di affrontare e risolvere, con la massù11.a spregiudicatezza di giudizio, quello che in effetti è il vero problema che oggi riguarda i partiti: il problema della loro interna democratizzazione. VINCENZO ACCATTATIS 118 BibliotecaGino Bianco

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