' LETTERE AL DIRETTORE Su certe critiche ai partiti C.,aro Dir et tor e, nell'articolo apparso sul numero di agosto-settembre 1969 di « Nord e Sud», Giovanni Ferrara se la prende co11 tutti coloro che parlano, dispregiativamen(e di « partitocrazia », perché non considerano che, in effetti, i partiti politici altro non sono che « l'organizzazione del suffragio universale » e cioè una delle condizioni indispensabili della de111ocrazia. Qualche tempo fa, contro critici siffatti (della partitocrazia e della correntocrazia), si sarebbe parlato puramente e semplicemente di « qualu11quismo », senza cioè prendersi la briga di andare oltre nell'analisi. Oggi, pare che u11a tale replica non basti più; e ciò è già un preciso segno che, allo stato attuale delle cose, non è più lecito, come un tempo, effettuare una troppo ge11erica difesa dei partiti. Ferrara dice che « i partiti sono l'organizzazione della democrazia» e ciò è vero, certamente, con riferimento all'organizzazione dello Stato; ma, rispetto ai partiti in se stessi considerati, il problema non risulta così nemmeno sfiorato. È vero inoltre, come dice Ferrara, che non si può parlare dei partiti in modo generico ed indiscriminato, dovendo invece distinguersi fra DC, PCI, PSI, ecc.; ma, se questo discorso è vero, esso evidentemente deve valere anche con riferimento alla difesa che Ferrara fa dei partiti. In altri termini, anche a questo proposito, non dovrebbe essere possibile difendere genericamente i partiti - DC, PSI, ecc. -, ma, se mai, difenderli particolareggiatamente, scendendo cioè a considerare ogni partito in particolare, nella sua organizzazione, ecc. Va d·etto però che Ferrara sull'analisi concreta dei partiti si riserva di ritornare, ed è a qu.esto approfondùnento, in definitiva, che con il mio intervento voglio sollecitarlo. Difendendo i partiti politici dai suoi facili detrattori, Ferrara afferma che « nei partiti esistono i gruppi interni, le fazioni, le critiche, gli inamovibili », allo stesso modo « come nella burocrazia e apparato pubblico esistono gruppi interni di potere e di pressione ... uomini e cricche inamovibili, correnti ideologiche e anche d'interessi »; al che può essere ancora osservato che se il suffragio universale e la presenza dial~ttica dei partiti cercano, in campo nazionale, di ovviare a questi gravi inconvenienti, resta poi da vedere come è possibile cercare di ovviarli all'interno dei partiti. Non certo mediante una generica difesa del loro insostituibile ruolo nella società de,nocratica - giacché questa difesa generica, lungi dal favorire una rifiessione critica sull'odierna · struttura dei partiti, tende se mai ad ottunderla ed a fiaccarla - ma sforzandosi di trovare e predisporre, anche per i par_titi politici, gli strumenti - se vi sono - capaci di migliorare l'attuale situazione. 117 - BibliotecaGino Bianco
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