Massimo Annesi (Comitato dei Ministri e/o Ministro)_ significherebbe creare· un vuoto che gli o,rgani della programmazione non potrebbero mai• colmare. Significherebbe, altresì, rinunciare al piano di coordinamento (strumento di cui, anche per la infelice impostazione del -primo piano, non si è affermata· la grande potenzialità direzionale ed organizzativa): è impensabile, infatti, che il CIPE possa darsi carico della sua formulazione e cioè, in ultima analisi, della specificazio,ne in termini meridionalisti del Programma economico da esso predisposto. Significherebbe, altresì, rinunciare alla possibilità di direzio-ne politica ,dell'intervento straordinario. Significherebbe, . infine, rinunciare alla intersettorialità e globalità degli interventi. Debbo dire che ieri, quando ha parlato l'amico Ruffolo - sempre . così bravo e sempre così garbato - quando ha lanciato il suo invito a lasciar cadere ogni dannoso contrasto tra « meridionalisti » e « programmatori» ed a procedere ad una sorta di embrassons-nous, sono rimasto colpito, e mi è venuto di domandarmi se, alle vo1te, nella polemica dei « meridionalisti » contro i « programmatori » (particolarmente in quella da me condotta) non si fosse ecceduto, per amore di tesi e per ingiustificata sfiducia nelle strutture amministrative della p·rogrammazione. Ma subito dopo Ruffolo ha parlato l'altrettanto bravo amico Carabba, il quale, con la foga ~ con la chiarezza di ragionamento che gli sono proprie, ci ha sintetizzato la situazione che si vorrebbe creare: niente più apparato di governo dell'intervento straordinario; riduzione della ·Cassa ad « Agenzia» per grandi interventi infrastrutturali; abbando·no (non lo ha precisato, ma è implicito nel suo dire) della intersettorialità degli interventi della ·Cassa stessa e della sua possibilità di utilizzare lo strumento della incentivazione. E apparso così chiaro che si chiede un atto di fede nella pro1 grammazione e nei suoi organi. Ora gli atti di fede si posso·no fare - a seconda dei propri convincimenti - in materia trascendente, ma non in politica. Comunque non p,ossono farne i meridionalisti, dopo oltre un secolo di delusioni e di esperienze negative; tanto meno po,ssono farne dopo l'esperienza di questi anni, dopo la impostazione che al problema Mezzogiorno· hanno dato il Programma economico nazionale e il « Progetto 80 », e dopo tanti atti di governo da cui è emerso· chiaramente che il CIPE, anche volendo, non è in grado di garantire una componente meridionalistica nella politica economica generale. E vengo ora, rispondendo ad una interruzione dell'on. Scalfari, al problema della Cassa. Non 1ni interessa, qui, accertare se la Cassa in questi anni ha operato b-ene_o· male; se essa ha perseguito quella finalità di conservazione sociale che le ha attribuito ·Ada Collidà; se i 114 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==