Nord e Sud - anno XVI - n. 120 - dicembre 1969

' / Mezzogiorno e fughe in avanti respinsero in blocco l'innovazione strutturale ed organizzativa e, come unica alternativa, proposero, attraverso l'on. Amendola, relatore di minoranza, la creazione di una azienda autonoma; il che avrebbe significato riportare nell'ambito delle ordinarie strutture amministrative l'intervento straordinario, privandolo di uno strumento originale quale la Cassa sin dall'inizio si profilava. Ora, quale che sia il giudizio che si voglia dare dell'efficienza della Cassa, non può certo dubitarsi che essa ne ha dimostrata assai di più di molte aziende autonome esistenti. Questa ripulsa in blocco- della nuova strumentazione si attenuò con il passare del tempo, tanto che nel 1965 la sinistra socialista mutava radical~ente il suo atteggiamento e votava a favore della legge 26 giugno 1965, n. 717, che ha dato all'intervento straordinario, una nuova fisio110-mia, legandolo strettamente - anzi subordinandolo - alla politica di programmazione, aumentando le possibilità di una efficace direzione politica attraverso la creazione del Ministro per gli interventi straordinari, responsabilizzando, nel quadro della programmazione, le Amministrazioni ordinarie, chiamate ad operare al di fuori dei comprensori di concentrazione. La legge 717 ha determinato, cioè, una situazione normativa ed istituzionale in forza della quale politica di intervento nel Mezzogiorno e politica di programmazio 1 ne, lungi dal contrastare e dall'entrare in conflitto, avrebbero potuto consentire - su piani e con mezzi diversi - una incisiva azione per lo sviluppo del Mezzogiorno. Ma per un curioso fenomeno (sulle cause del qt1ale è inutile soffermarsi qui) non appena il nuovo corpo normativo venne emanato, e prima ancora che esso potesse trovare concreta attuazione con l'approvazione del primo piano di coordinamento degli interventi, proprio da parte socialista si manifestarono le prime incertezze sulla validità dei nuovi termini di intervento, incertezze che ben presto si trasformarono in proposte di radicali modifiche: sopprimere l'apparato organizzativo dell'intervento straordinario e ricondurre l'intervento stesso nell'ambito degli organi della programmazione; ridurre le possibilità di intervento della Cassa, trasformandola in una « Agenzia » con competenza limitata alle grandi infrastrutture; più recentemente, poi, si è prospettata la creazione di t1n nuovo Ente di promozione e di assistenza. Le due prime proposte, munite dell'autorevole avallo dell'on. Giolitti, formarono, oggetto del Convegno di Taranto, indetto 1 dal partito per lo studio dei nuovi termini del problema meridionale. Ora io ritengo che, al di fuori di una malintesa solidarietà di partito, sia necessario evidenziare che questa impostazione è assai pericolosa. Sopprimere l'apparato organizzativo· dell'intervento straordinario 113 -Bibl-"otecGaino Bianco

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