Nord e Sud - anno XVI - n. 120 - dicembre 1969

. ' ,. Rivista mensile diretta da Francesco Compagna Antonio Duva, Dopo i dorotei - Oddo Biasini, Concretezza per la scuola - Giulio Picciotti, I vescovi italiarti -. Antonino Di Giorgio, Come riformare la giustizia - Massimo Annesi, Mezzogiorno e fughe in avantz e scritti di Vincenzo Accattatis, Adriana Bich, Dino Cofrancesco, Luigi Compagna, Girolamo . . Cotroneo, Sara Esposito, Mario Pendinelli, Alfredo Testi. • . ANNO XVI - NUOVA SERIE - DICEMBRE 1969 - N. 120 {181) EDIZIONI SCIENTIFICHE ITALIANE .NAPOLI , . . iblioteca Gin . Bianco t

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' I t I J 1Caro amico, la E.S.I. ritiene di farLe cosa gradita dandoLe modo di offrire, a condizioni pazjticolarmente vantaggiose, uno o più abbonamenti-dono a « Nord e Sud» per il 1970. Così Lei potrà nell,o stesso tempo risolvere il problema dei doni da fare agli amici in occasione dell'anno nuovo, e collaborare alla sempre maggiore diffusione d.ella rivista. Sarà nostra cura informare subito le persone indicate del dono da Lei predisposto per loro. . L'abbonamento a « Nord e Sud » è di L. 4.000. Per chi sottoscrivesse due abbonamenti (un abbonamento-dono ed uno per sé, oppure due abbonamenti-dono), il prezzo sarà ridotto occasionalmente a L. 7.000. Per tre abbonamenti, è prevista una ulteriore riduzione: il p,rezzo complessivo sarà, infatti, di L. 9.000. Se, come non dubitiamo. la nostra offerta Le interessa, p,rovveda oggi stesso a resti turci l'acclusa cartolina con l'indicazione della persona o delle persone a cui vuole destinare l'abbonamento-dono 1970 a « Nord ,e Sud», avendo cura di compilarla a stampatello e completarla con la Sua firma. Pagherà a gennaio, nella forma che Ella stesso indicherà. EDIZIONI SCIENTIFICHE ITALIANE . .... .__...~...,,._-~ Spett. E.S. I. □ Vi prego di mettere in corso i miei abbonamenti-dono per il 1970 alla rivista « Nord e Sud» a favore dei seguenti nominativi (stampate1lo): ................................................................................................................................................................................................... . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . .. . .. . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . .. .. . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . ... . . .. .. . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . . . . . .. .. . .. . . . . .. . . . . . . . . .. . . . . . . .. . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . .. . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . .. . . . . . . . . . . . . . .. . □ Colgo quest'occasione per . rinnovare □ ~-- sottoscrivere □ il mio abbonan1ento perso,nale. Nome cognome e indirizzo ........................................................................................................... (stampatello) ................................................................................. •· ............................................................................................................ . Nel mese di gennaio prossimo pagherò (L. 4.000 per un abbonamento opp1 ure L. 7.000 per ·due abbonamenti, L. 9.000 per tre e per ogn_i abbonamento oltre i tre L. 3.000). □ a ricezione della vostra fattura □ contro assegno dell'intero importo, a ricezione del fascicolo di gennaio del mio aibbonamen·to personale. - Biblioteca Gino Bianco

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NORD E SUD Rivista mensile diretta da Francesco Compagna ANNO XVI - DICEMBRE 1969 - N. 120 (181) DIREZIONE E REDAZIONE: Via Carducci, 29 - 80121 Napoli - Telef. 393.347 Amministrazione, Distribuzione e Pubblicità : EDIZIONI SCIENTIFICHE ITALIANE - S.p.A. Via Carducci., 29 - 80121 Napoli - Telefono 393-346 Una copia L. 400 - Est~ro L. 700 - Abbonamenti: Sostenitore L. 20.000 - Italia annuale L. 4.000, semestrale L. 2.100 - Estero annuale L. 5.000, semestrale L. 2.700 - Fascicolo arretrato L. 800 - Annata arretrata L. 8.000 - Effettuare i versamenti sul C.C.P. 6.19585 Edizioni Scientifiche Italiane.- Via Carducci 29, Napoli Biblioteca Gino Bianco

SOMMARIO Antonio Duva O·ddo Biasini Giulio Picciotti Luigi Compagna Adriana Bich Girolamo Cotroneo Editoriale [3] Dopo i dorotei [7] Concretezza per la scuola [ 19] I vescovi italiani [ 25] Note della Redazione Qualunquismo e programmazione - Il canale Milano-Cre11zona-Po - Lo scempio di Potenza [ 41] Giornale a più voci Leninismo senza rivolitzione [ 44 J La serrata dei geometri [ 48] Croce e il liberalsocialismo [50] Inchieste Mario Pendinelli La mafia dei mercati [55] Città e Territorio Sara Esposito Morte del cittadino [63,] Antonino Di Giorgio Alfredo Testi Argomenti Come riformare la giustizia [67] Finanza pubblica e sviluppo regionale [92] Documenti Massimo Annesi Mezzogiorno e fughe in avanti [ 111] Lettere al Direttore Vincenzo Accattatis Su certe critiche ai partiti [ 117] Scienza politica Dino Cofrancesco Rileggendo « La Democrazia in America » [ 119] I Biblioteca Gino Bianco

.. / / Editoriale~:- I Come ci si sentirebbe tranquillizzati, se si potesse ritenere che è tutto vero e tutto concluso: Nenni e Moro che si incontrano, riconoscon.o che la situazione è preoccupante, che non si può più attendere e chP, con Fanfani, o ancora con Rumor, il governo organico di centrosinistra dev'essere ricomposto subito per accingersi al compito di rilanciare e rianimare la strategia delle riforme, di mettere riparo ai pericoli che incombo-no sulla situazione econon-zica e finanziaria, di garantire l'imperio della legalità repubblicana. Tutto vero a proposito dell'inco,ntro fra Nenni e Moro, di cui si è parlato per indiscrezioni, e tutto conclu.so, nel sensò che Tanassi e De Martino· non potrebbero opporsi ad un disegno ispirato· da tanto buon senso e certamente conforme alle attese di qi.tegli elettori che il 19 maggio 1968 concorsero con il loro voto ad indicare una maggioranza di legislatura, formata dai partiti di centro-sinistra. Ma ci son.o più che fondate ragioni per dedurre dalle vicende politiche di questi giorni che non è tutto vero e non è tutto concluso; che la stessa « verifica » avviata da Forlani procede con estre1na lentezza e fra non poche e non lievi difficoltà; che i contrasti fra i socialisti dell'uno e dell'altro partito si inaspriscono di giorno in giorno, mentre quelli fra i democristiani delle varie correnti sono tutt'altro che sanati; che molti sono coloro i quali non si rendono conto della gravità effettiva della situazione italiana e pochi coloro i quali sono consapevoli del fatto che maiora premunt sul piano ·politico e su quello economico-finanziario. E tuttavia, l'intervista di Nenni al « Corriere della Sera » ha lasciato il segno. L'eco di questa intervista, anche a giudicare dai commenti dei più autorevoli giornali europei, è stata conforme e forse superiore alle attese: lo dimostra anche la dura reazione dell'« Unità», l'articolo che Amendola ha dedicato alla confutazione degli argomenti di Nenni. Del resto, non si può negare oggi clie Nenni avesse ragione ieri, quando al Comitato Centrale del partito ancora unificato aveva previsto, nel suo tentativo di scongiurare la scissione, tutto quello che poi si è puntual- * Ci scusiamo con i lettori se questo numero di « Nord e Sud » esce con un · certo ritardo, dovuto all'epidemia influenzale che non ha risparmiato né la nostra redazione, né la nostra tipografia. Superfluo dire che gli articoli e le note di questo numero erano stati scritti .prima dJei tragici avvenimenti del 12 dicembre. 3 Bib•lio.ecaGino Bianco

Editoriale mente verificato in termini di progressivo deterioramento della situazione politica. Non erano « fantasmi » quelli che aveva evocato allora e non lo sono quelli che ha evocato oggi: i «fantasmi» del 1922! il « vuoto politico»! il velleitarismo rivoluzionario! il frazionismo socialista! il disorientamento della pubblica opinione! l'attesa di qualcosa o di qualcuno! gli applausi di Milano agli squadristi! la paura dello sciopero generale! il braccio di ferro fra industriali e sindacalisti! la calata su Roma dei metalmeccanici! il disagio fra le forze dell'ordine! E soprattutto la caparbietà dei partiti, di quei partiti che non vogliono sentire e non vogliono vedere! È chiaro che il rinvio - a dopo le elezioni amministrative - dell'apertura di trattative per una ricostituzione dellé alleanze democratiche è molto rischioso. Ma veramente si crede che tali trattative saranno più agevoli quando si complicheranno con i problemi della formazione di maggioranze per l'amministrazione delle grandi città e per i governi delle Regioni a statuto ordinario? E veramente si ritiene che le indicazioni ricavabili dalle elezioni amministrative, se queste elezioni si svolgeranno in una situazione così deteriorata, e anche più deteriorata di quanto non lo sia oggi, possano essere tali da f dcilitare recuperi che prima delle elezioni amministrative, per quanto difficili, restano comunque possibili? Possibili e consigliabili: si vuol dire, cioè, che Nenni ha ragione e che nulla dev'essere lasciato di intentato per affrettare la ricostituzione del governo organico di centro-sinistra, per anticipare questa ricostituzione rispetto alle elezioni amministrative. Ma è anche vero che, a voler forzare i tempi per evitare il rischio di elezioni amministrative in queste condizioni di progressivo disorientamento della pubblica opinione, si corre un altro e per certi aspetti più grave rischio: di ritrovarsi alle elezioni politiche invece che a quelle amministrative; e con un disorientamento generalizzato tale da provocare reazioni del tipo di quelle che si sono avute quando i francesi furono chiamati alla urne dopo il maggio del 1968 ed in grande maggioranza fecero convergere i voti sui gollisti, Dopotutto, come ha osservato giustamente Petracca su « Mondo economico», riprendendo un argomento fatto valere da Forlani, soltanto il governo di Rumor, e anche per merito di Rumor, è rimasto come « tramite di collegamento » fra i due tronconi di quello che fu il partito socialista unificato: se si rompe questo tramite, e non ce n'è uno migliore di ricambio, le . elezioni politiche diventano inevitabili. Nenni ha ragione, quindi: ci si deve preoccupare di una situazione che peggiora e che può cambiare soltanto nella misura in cui si riescono a recuperare le condizioni per il centro-sinistra organico. Ma pure Por4. BibliotecaGino Bianco

Editoriale lani ha ragione: ci si deve preoccupare di non perdere definitivamente le condizioni che possono ancora rendere possibile (ma fino a quando? comunque prima e soltanto prima delle elezioni amministrative?) il recupero di una stabilità politica, di un equilibrio denwcratico. Ha torto, invece, Giolitti, quando, nei confronti di coloro che vogliono colmare le fratture tra i partiti del centro-sinistra, e nei partiti del centro-sinistra, insorge e protesta, dichiarando che il PSI non può e non deve essere disponibile per «un quadripartito d'ordine e di conservazione». Ma Nenni non ha detto che si tratta di imporre l'ordine: ha lasciato chiaramente intendere che non si può lasciar dilagare il disordine, perché poi, passato un certo limite, l'ordine sarebbe veramente imposto e non sappiamo da chi. Forse che taluni, per timore dell'ordine democratico, vogliono che il PSI sia il perno di un blocco del disordine? E così Nenni si è guardato bene dall'indicare un orientamento politico di conservazione: ha lasciato chiaramente intendere che si tratta di chiamare i partiti del centro-sinistra a raggrupparsi per un riesame ed un rilancio della cosiddetta strategia delle riforme e soprattutto perché siano i democratici, e loro soltanto, a garantire il paese contro ogni tentativo di eversione. Forse che, per timore della conservazione, c'è chi vuole che il PSI lasci via libera ai tentativi di eversione e quindi a coloro che, dai tentativi di eversione, confidano di poter cogliere i pretesti per tentativi di repressione e l'occasione per scatenare una reazione? Intanto, la crisi dei comunisti risulta grave, ma risulta anche tale da poter essere camuffata e frenata nei suoi effetti politici ed elettorali dalla crisi dei socialisti in particolare e del centro-sinistra in generale. C'è perfino chi pensa al Partito comunista come garante dell'ordine, quando si fosse disposti a garantirgli un'apertura. E magari i comunisti provano meno orrore per l'ordine di quanto non sembra che ne provino quei socialisti che non condividono le preoccupazioni di Nenni. È un fatto comunque che sono stati << gli errori delle forze democratiche v a dare << spazio » al PCI, « consentendogli perfino di superare o attenuare gravi contrasti interni, eco o riflesso di più gravi contrasti nel comunismo internazionale ». Il << Corriere della Sera » coglie nel giusto quando scrive questo; e soprattutto coglie nel giusto quando constata che, << al di fuori della prospettiva di ricostituire la coalizione di centro-sinistra con tutte te sue componenti, non c'è nulla, assolutamente nulla, in questa legislatura». Il che significa, anzitutto, che il PSI - se veramente ritiene di poter dire no al quadripartito, e di dover dire questo no perché, chiudendosi la prospettiva del quadripartito, possa aprirsi quella del bipartito, o comunque di un governo senza il PSU - si assume la responsabilità 5 BibliotecaGino Bianco

Editoriale dello scioglimento delle Camere, delle elezioni anticipate, dei _risultati politici citi possono dar luogo le elezioni anticipate. Certo, dire, come ha detto Mancini, che i socialisti <~ hanno opposto ed opporranno un energico rifiuto alla minaccia delle elezioni anticipate, o alle imp·osizioni del qitadripartito ad ogni costo », eq1:1-ivalea dire che, se la DC non fosse disponibile al bicolore con il PSI, la responsabilità delle elezioni anticip 1 ate ricadrebbe sulla stessa DC. Ma se la DC si dichiarasse disponibile per un governo con il PSI e senza il PSU, potrebbe pagare a destra un prezzo elettorale tropp·o alto, e magari pagarlo proprio al PSU. Quando? Il governo con, il PSI e senza il PSU rimanderebbe soltanto di pochi mesi lo scioglimento delle Camere. La verità è che senza il PSU è possibile soltanto il monocolore: perché il P_SU occupa nello schieramento politico una posizione altrettanto strategica di quella che la socialdemocrazia ha occitpato dopo la scissione di Palazzo Barberini e fino all'unificazione. Quali cJze siano i risultati elettorali del PSU, questa posizione resta tale da condizionare tutte le formule. La sola variante potrebbe essere questa: che dopo Palazzo Barberini, e fino all'unificazione, dalla posizione che aveva occupato, la socialdemocrazia poteva anche im.postare e portare avanti un gioco costruttivo, nel quadro del centrismo degasperiano prima, nella prospettiva del centrosinistra poi; mentre oggi dalla su_aposizione il PSU potrebbe essere ridotto a fare soltanto un gioco di interdizione. Questo è un problema del PSU, n1a non soltanto del PSU. Il PSI, comunque, vorrebbe isolare il PSU e questo non ci sembra oggettivamente possibile. Pe,:tanto non resta che dire: nessuno minacci le elezioni anticipate e nessuno pretenda di imporre il quadripartito; 1na il PSI, una volta che non dovesse opporre « ene_rgico rifiuto » a minacce ed imposizioni, perché non ci sarebbero né minacce né i1nposizioni, si rerzda conto che il quadripartito di centro-sinistra è ancora, con1e dicevamo, possibile, e consigliabile, mentre domani, dopo le elezioni amministrative, potrebbe non rientrare più fra le cose possibili e di consegitenza diventerebbero consigliabili soltanto le elezioni politiche: come stato di necessità, di estrema necessità, al quale, consapevoli come siamo dei pericoli dell'instabilità politica, quando tale instabilità comporta addirittura ricorsi anticipati al corpo elettorale, non vorremmo essere ridotti. 6 BibliotecaGinoBianco

.. / ·' . ' Dopo. i dorotei I di Antonio Duva · • J <~ I d,orotei non costituiscono un grup,po p,o,litico, incarnano, piuttosto, un mom,ento politico: si vede· ora con sufficiente chiar.ezza che essi sono destinati a scomp•arire come grup·po app·ena mostreranno. ,di essere qualcosa »: così scriveva, su que·sta rivi1sta, Michele Tito, ne1 luglio del '60, un po' più di un anno dopo la « D·omus Mariae » ed a poche settimane dall'epilogo o,scuro del governo Tambroni. Riletta oggi, ,alla luce degli avvenimenti che hanno sco,sso la vita della D'C, questa ·diagnosi ·acquista un suono sin·golare: l'intuizione resta lucida anche se si confronta ·c·on fatti nuovi, che m.eritano quindi un aggiornamento dell'analisi. Indivi.duare l'inizio e la fine di un perio,do storico 1 è impresa ardua e non sp1 etta certo al cronista; tuttavia c·rediam,o ·si possa convenjrie con l'opinio.ne ,diffusa secondo la quale, con. la riunione del Consiglio Nazionale ·di nove1nbre, la D,C ha concluso un ciclo della sua esistenza, le cui origini si possono co1 llocare agli inizi di G_uesto ·decen,nio; e criediamo anche •che si p,oissa afferm.are che gli ev,enti di qu,est'anno reggono· fin trop,po bene il paragone, per dramm·aticità e co-mplessità, con quelli del 1959-1960. Fretto,losi e non .convince,nti ci sono invece parsi certi .elogi funebri « in morte del doroteismo » ,che hanno fatto seguito alla dichiarazione di uscita ,dalla corrente di « Impegno democratico » degli •onn. Rumor e Piccoli, ,cioè a quell'insolito atto di « scioglimento co,stitutivo », secondo la definizione attribuita al prof. Elia, avvenuto all,a vigilia -del Consiglio Nazionale. La. vicen.d,a ,ch·e ha tro·vato nell'-elezione dell'on. Forlani ·alla Segrete'ria ·della D·C l,a sua oonclusion,e obbliga ,a qual,che più meditata riflessione se si vuole evitare che infondate speranze cedano presto il campo ad amare d.elusioni, come sta già acca,den.do a qualcuna delle· sinistre nostrane, democristiane e non. Il -gruppo doriote,o, ,come tutti ricoridano, nacque p,e·r contrasta·re l'attivistico ese1.1ciziodel potere, intriso di sociologismo cattolico, dell'on. Fanfani. Il tentativo ,da questi .compiuto di da:re un,a soilu7 - .. Bi·blioteca Gino Bianco '

Antonio Duva . zione ai pro,blemi po.sti dall'esaurimento· dell',esperienza cen.trista, attraverso la costituzio,ne -del ·governq bioo1 lore· con i socialdemo-- cratici, si rivelò ben presto v,elleitario, riusoendo so.Io· a spaventare la destra senza soddisfare la sinistra. La crisi che ne nacque mise in luc·e la: complessa realtà della DC e il ruolo fondamentale ,che in essa ricoprivano quelle forze ·collo-cate fra la destra fìlolib1 e:rale e la sinistra fìl,0 1socialista: forze interessate so,prattutto all'esercizio del potere e· ,a·d una -certa visione « amministrativa » della vita pubblica, vecchi ,e nuovi notabili istintivamente portati a -co,ndizionare la linea politica p·rop-osta da altri espone·nti del p,artito piuttosto che ad elaborarne una propri 1a. Q·uesto spiega perché, do·po la temporanea allea·nza con la destra alla « D·amus Mariae », il gruppo che ·presto· sare·bbe stato definito doroteo, privo, di un.a preci,sa caratterizzazione p-o1itica, ma saldamente cem.entato dalla « fil,oso,fi·a » ,del pot 1ere, affidò la ,segrete,ria del p1 artito .all'on. Mo1 ro, ·che :del tutto· ,doroteo· no1 n poteva dirsi, e non gli vietò di sviluppare un cauto e paziente disegno p·er giungere, nell'arco di quasi quattro an,ni, all'inco,ntro, •C01 n i socialisti e alla costituzione del primo governo 1 organico, di centrosinistra. L'·o•n.Mo·ro, in quegli anni, andò precisando la sua visione della politica del centro-sinistra come politica -che, in un certo senso, assorbe .e supera le ragioni -proprie d_ei partiti che lo compo,ngo·no e quindi anche cl-ellastessa Democriazia cristiana, della quale __, pro-· p1rio in questo quadrio - è esaltata la auto 1 nomia ideale e pro- • grammatica e la vocazion-e « ,democratica, po,polare, antifascista ». L'incisìvità di questa visione si può misurare dai profondi riflessi che essa ebbe sui gruppi esterni -e addirittura ostili alla corre·nte doro,tea, come la sinistra di B1ase, 1 che fu cost'retta ad ope,rare un'attenta revisio,ne della propria tematica portando un nuovo interesse ai pro·blemi della libe·rtà e dello Stato. E, in ge11erale, si può dire che ben più ·efficace p,e·r il rinnovamento della Democrazia cristiana risultò il triennio, 19·61-63, -caratterizzato, dallo svo.Jgime:nto1 dei -convegni ideologici di San Pellegri110, che non il prece·dente pe1riodo di dinamismo orgai1izzativo della Segreteria Fanfani. ,Ma qu·esto. stesso- triennio fu, per singolare ,contrasto, quello del crescente co,nso1idamento· del potere doroteo: nel partito e nello · Stato,. La ,co·rrente ch,e al Congresso di Firenze (otto-b1 re 1959) rappresentava soio. poco, più di un terzo· degli iscritti, poteva co•ntare ormai su u1na maggioranza quasi ·a·ssoluta. La p•rospettiva, poi, d-ell'alleanza fra cattolici e socialisti aveva indotto i •do1 ro,tei 1 ad eleggere l'on_. Segni, il loro lead'er effettivo, alla 8 Bib ioteca Gino Bianco·

.. I Dopo i dorotei ' . presidenza della Repubblica (maggio 1962) per esercitare al livello più autorevole quell-a funzione, di con·dizio-namento in .senso moderato, -loro p,ropria. Questa, sommariame'nte, la situazione co·me ,si presentava nel 1964, anno che sotto più rispetti appare decisivo µer la no·stra storia recente, e nel quale si verifica una so1 rta di incrocio fra la linea di tendenza discendente .dell'on. Fanfani e quella, ascendente, dei dorotei che già -ap·parivano in potenziale contrasto con l'on. Moro. Nel 1964, infatti, giunge a co,mpimento il disegno al quale l'on. Moro aveva legato la propria fortuna politica, ed egli assume la presidenza del primo governo di centrosinistra nel quale sia prese·nte anche il P'SI; ma qualche mese do,po l'on. Moro •deve registrare una sostanziale sconfitta al Congresso .di Roma -della DC, dove la sua concezio,ne della politica di centrosinistra subisce, il confronto del grupp.o ,d101 roteo, che viene sempre più defin,endo i propri co11notati integrali,sti. Moro afferma i,l valore fonda111entale e pern1,anente dell'incontro tra la DC e le altre forze politiche democratiche, in ciò ricollegandosi alla visione degasperiana: « La DC sente questa necessità ·di gestire il potere con ·altri, sente la necessità in Italia di incontri con altre forze politiche. Oggi noi abbiamo s1Jostato la frontiera della nostra collaborazione, ma lo spirito della collaborazione è rim.asto· qu·a'1eera ieri ». E questa sc.elta in tanto ha rilevanza, in quanto essa è « libera, ragionevole, consapevole » e co,mpiuta « in una permanente libertà di giudizio » senza l'imposizione di nessuno stato di n1ecessità, e -con la consapevolezza cl1e alte·mative sono sempre possibili, anche se non desiderabili. Ben dive:rsa l'impostazione ,dorotea, che te11d-ea i'l1terpretare la scissio,ne so,oialista e la costituzione del PSIUP come l'elemento decistvo per una soelta, cl1e,la DC poteva ormai fare in pien.a tranquillità, essen,dosi indebolito l'alleato principale, della nuova coalizione. E forse più che nella relazione dell'on. Rumor, succeduto all'·on. Morio come Segreta.rio ,della DC nel gennaio 1964, il senso della posizione ,dorotea si ritrova •pienamente espresso nell'interve·nto dell'on. Piccoli, nella stia orgogliosa riaffermazione del valore positivo del moderatismo come filosofia politica, nel richiamo, qt1asi brutale, alla forza della sua corrente: · « sarebbe stata sufficiente da parte nostra una piccola spinta per non ri,solv,ere la crisi [·del primo governo Moro,] e far precipitare la situazione, annientando· l'intera • operazione ». Ma, proprio nel momento in cui le ragio,ni della forza dorotea si fanno più evidenti, la imp·revista e a.nticipata conclusione della 9 . s·blioteca Gino Bianco

Antonio Duva p·residenz 1a Segni mette in moto un meccanismo destinato a. pesa.re profondamente sulle sorti deliLa corrente. Questo· avv,enimento - per i riflessi 1che ebbe nei rappo·rti fra la o,c ,ed i suoi alleati - limitò di molto i vantaggi ,che i ,doroitei av-reb,bero potuto ,conseguire dall'asisetto1 dato 1alla D1C co·n il Congresso ,di Roma. La ,oontrapp 1 osizione di Moro, inglo·bato n.ella maggiora,nza e co,ndizionato nella gestion·e del go·verno, a Fanfani (la cui co1 rrente poteva ormai contare solo, sul 20% del •partito) sembrava assicurarie ·ampie prospettive di manovra p·er "l'esercizio di un p,otere -destin.ato ad accresc 1 ersi anche attraverso la g.rad.uale ·assimilazione ,di tutta la destra .democristiana d·a Gava ad Andreo 1tti. T'utto ciò, invece, è rimesso in discussione dai problemi di e·quilib·rio .con.nessi all'elezio·ne 1del Presidente ·della Repubblica. Non è qui p·ossibile ricordare in ·dettaglio· questa vicenda che, d'altronde, su « No·rd e Sud » fu analizzata assai lucidam.ente· da Adolfo Battaglia. È in,,ece il caso di osservare che pro·prio• in qu-ella circostanza si mise in luce un dato essenziale del doroteismo: la sua in1cap1acità ·ad operare politicamente, all'interno· come all'esterno del partito, tutte le volte ,che entrano in gio,oo,,elementi d.iversi dai rapp,orti di potere. Inoltre la sconfitta -della candidatu,ra dell'o,n. L:eo·ne ed i modi con cui ad ·essa si contrapp·o·se l'on .. Fanfani, rivelarono •- al di là della .dim,ensio,ne p·si,co1ogic·ae· p•ersonale del cointrasto· - la . sostanziale affinità di disegno storico-ideologico fra Fanfani e i dorotei, che consiste, co·me osservò Battaglia, « p,er l'uno e per gli altri, in definitiva, n:el prim,ato del p-artito cattolico, nell'egemonizzazion·e e strumentalizzaz~one degli alleati, nella tendenza integralistica alla coincidenza finale fra partito· e ,società ». Questo disegno ,con l'elezio·ne di Saragat ·alla Pre·sidenza della Repubblica conosce una dt1ra sconfitta, nei confronti di qu.ella co·ncezione più libera e più moderna del rapporto· fra laici e cattolici nella vita italiana che è propria dei partiti della sinistra democratica, e che, in quegli anni, ave,,a all'interno della DC nell'on. Mo·ro il più -convinto e autoirevole sostenitore. Per di più l'elezione dell',on. Saragat esercita una spinta decisiva sul processo -di unificazione socialista .e mette perciò la leadership -dorotea d'avanti all'e.sigenza di ripensare alla collocazione stra-· te·gica -della D1C di fronte ad un ·evento1 che sembrava in grado •di arrestare l'involuzione del nostro sistema politico verso la realizzazione dell~ 1sch-ema caro ai dorotei: « Tutto il potere ,alla D·C, tutta l'opposizio1ne al PCI ». È questo un co·mpito di fronte al quale la classe qirigente demo10 Biblioteca Gin·o Bianco

·' / Dopo i dorotei cristiana, e dorotea, rivela tutti i ·suoi limiti, le sue ambiguità, le · sue; incertezze. L'o1 n. Rumor, fin ,dal Con·gresso del 1964, aveva d'altra p,arte espresso le preoccup 1 azioni ,della DC per le aspirazio,ni unitarie de1 socialismo d.emo,cratico · e aveva ammonito: « negativa e anche vana apparirebbe una tendenza che mirasse all'indeb·olimento del partito· dei cattolici democratici, mentre positiva ci appare l'iniziativa per estendere, nella vasta area popol,are di ispirazion.e laica, la •presenza di fo,rze democratiche sì da eliminare la incidenza totali tari a e la suggestione eversiva del comL1nismo ». Esiste invece un documento del dicembre 1965, un tempo· riservato ma ormai largan1ente noto, nel quale il Segretario· della D·C richiamava la Direzione del suo partito al do,,ere <{ di indicare nei prossimi anni una presenza qualificante della D·C, che risponda sul piano della originalità e dell'autonomia delle ide·e ·all'operazione unificatrice del socialism 1 0, non per una mera operazio•ne elettoralistica, ma per una risposta storica che dia la giu·sta prospettiva ai compiti e ai fini del partito nel nuovo ciclo di vita del Paese ». Il problema è qui posto nei suoi termini corretti. Ma qual'era il reale stato d'animo -dei ,democristiani? Forse n:e è una· testimonianza più sincera l'allarmata affermazione di Picco,li: « Il Vaticano ci lascia, il Quirinale ci incalza ». Occorre quindi chiedersi: in co,ncreto, davanti all'unificazio,ne socialista, •come reagì la DC, come reagirono i dorotei? Ci sono due piani sui quali si può cercare una risposta: quello interno di p1 artito e quello dell'azione ,parlamentare e di governo. Sul piano del p·artito, le oocasioni più significative sono rappresentate dalla Assemblea Nazionale di Sorrento, .del novembre 1965, e dal Convegno ,di stu·dio di Lu,oca tenuto in vista del X Congresso, Nazionale, che si svolgerà a Milano nel novembre 1967. A Sorrento, al centro, del dibattito è il tentativo del gruppo ,d,oroteo di consolidare il proprio controllo sul partito, per farne un più effica,ce strumento nel ,confro·nto con i socialisti. Il sostanziale integralismo del disegno è appena mascherato dal suggestivo invito dell'on. Piccoli a « rimescolare le carte'» superan.do la lo,gica delle correnti. Il « rimescolamento » proprio perché strumentale rispetto ad uno sco·po diverso, e non collegato, ad una nuova proposta politica, non si attua; ·ma gli sop1ravvive, ·nella sua drammaticità, la denuncia della grave condizione int~rna del partito, che allora app·arve ac11 ., i·blioteca Gino Bi neo '

Antonio Duva centuata p•er l'occasione ed o·ggi jnvece colpisce so.Io p•er. la sua esattezzia: « Sarà b·ene far p·resto perché il vestito che ci siamo· fatti .- tutti, senza e·ccezione - . è così strappato e fa buchi da tutte le parti, per cui riesce .sempre più difficile la parte di chi immagina di poter parlare o di indicare condizioni a nome della sua co,rrente. In realtà siamo circolo chiuso·. La pro1 p·o•rzi,o,nale così come era stata e1abo~ata p1 er i,l Congresso di Roma ha scottato quasi tutti, ma il timore di una maggioranza che governi schiacciando le minoranze fa preferire nuove· e· più gravi ferite ». E che no·n si trattasse solo di una ·crisi di strutture organizzative ·O di equilibri politici fra le varie componenti, a·pparve chiaro al Convegno di l.,ucca dove l'involuzione integralista a cui i grup·pi do,roteo e fanfaniano a,,e·vano finito col co·ndurre la DC non app·arve tanto il risultato di una scelta politica quanto un ripie·gamento dovuto· al preoccupante inaridirsi, ·ne1l'ambito del partito, di una tra-dizione di cultura politica, che non solo al tempo del Partito Popolare, ma anche nel dopo·guerra, aveva raggiunto a partire· da De Gas·peri, e1evati liv,elli ,di ,dignità intellettuale. Concepito ,da Rumor e· da Picooli in chiave pre•CO•n·gressuale, quasi per reggere il p,aragone con gli in.contri di San Pellegrino, il Convegno di Lucca mise abbastanza nettamente in rilievo il disorientamento· della classe 1irigente democristiana di fronte alle novità. conciliari del mondo cattolico e allo stimolo, che queste novità fornivano per un serio rip.ensamento sui temi dell'auto·no,mia e dell'unità d,ella Demo,crazia cristi:ana. Ma è forse sul piano dell'azione parlamentare e di gov.erno che pesano, maggi 1 01 rmente I'i1 noertezza e l'ambiguità do,rotee. È difficile sta·bilire se il co1nportamento doroteo fosse ispirato dal pro·posito di sottrarre la Demo1crazia cristiana .ad una qualificazione· scopertamente moderata nell'ambito dell'alleanza di governo, come parve cercare, per qualche poco, Rumor; o se la pressione sul go,verno fosse una istintiva reazione di forze gelose del potere e disp·oste a frapporre o·gni O•St 1 acolo alla realizzazione dell'unificazione socialista, che sembrava preludere ad t1n più eqt1ilibrato rap·porto fra laici e cattolici. E.cl è, ormai, van•o• cercare· di ap·pt1rare se l'immobilismo governativo durante la IV legislatura fosse da ascrivere a colpa del Pre,sidenve del Consiglio o del Segretario del Partito. << Il governo f.a quello· .eh-e il p,artito gli ,co,nsente ·di fare·», ·disse l'on. De Mit~ al Co•ngresso di Milano·. Ma 1'01 1'. Piccoli osservò dal canto suo, in modo· piuttosto minaccioso: « Andiamo p·ure a vedere il segno di_fren.ata e sapremo la velo,cità alla quale si marciava ». In 12 BibliotecaGino Bianco·

·' I , Dopo i dorotei I ogni caso, sia che aves,se ragion•e · l',on. D·e Mita, sia che l'avesse l'on. Piccoli, si deve .c·o,nstatare che ben poche responsabilità di questa situazione possono essere fatte risalire .agli alleati socialisti e repubblicani cl.ella D·C. Ed è certo che, m·entre 1-afantasia dei ·giornalisti si esercitava nel dare aggettivi esotici - ·araba, musulmana, asiatica - alla pacatezza .con cui l'on. Moro esercitava il suo mandato, il ben,e prezioso, della stabilità ·politica veniva spre•cato senza vantaggio pe·r l'attuazione delle riforme, con le conseguenze che, già oggi, pesantemente sopportiamo. S,e, .d'altra parte, il grup·po do·roteo mirava, osta.colando. l'azione del governo· di centrosinistra, a mettere in difficoltà l'on. Moro· e la sinistra D1 C, si •deve ,dir,e che si trattava ,di un disegno destinato alltinsuccesso: infatti il Congresso di Milano· segnò una grande affermazione per il Presidente del Consiglio, registrò il consolidamento della ·sinistra •e vide drasticamente ridimensionato lo sp,azio dei dorotei. Questi ultimi, pur sancendo, anche formalmente, l'alleanza •co,n Fanfani, e pur •assorbendo, ciò eh-e restava della •destra tr.a.dizionale, non riusciroino .a raccogliere più ,del 64% •del p,artito; lo stesso, ar,co di forze nel Congresso del 1964 ra.ppresentava 1'80%. L'arretramento, ,doroteo 1si spi·ega .con la ·secessione dell'on. Taviani, che in tal modo reagiva all'alleanza tra Rumor .e Fanfa·ni, ed alla qualificazione di centrodestra che la maggioranza era venuta assumendo. Ed è significativo ch·e il grupp·o tavianeo ottenne a Milano più consensi •di quanti non ne avesse ra•ccolti durante le assemblee precongressuali. Un sintomo, questo, dell'insofferenza crescente verso la maggioranza chre, lungi dal conseguire l'o,biettivo da tempo p,roposto, ,da Rumor e ,da Piccoli - lo scio1 glimento e il s.uperamento delle c1 01 rrenti - si dimostriava .dominata dal compless,o gioco di equilibri fra le numerose ed eterogenee sue comp,o,nent~ interne sino ad esprimere una linea politica estremamente generica, fragile co:rinice unitairi,a di forze •divise da ,crescenti contrasti di p,oitere più che di indi 1 rizzo. Si,oché il problem,a ,dell'assetto interno ,della Democ~azia cristiana, t,emporaneamente sopito ,durante la campagna elettorale del 1968, si ri1 presentò subito, dopo, inasprito .dalle p·o1'emiche legate ai risultati del 19 .maggio e complicato, dal co1 ntemporaneo aggr.a1Varsi della crisi dell'unificazione socialista. . In effetti il proble·ma dei rapporti con i socialisti, e più· in generale ,con gli alleati del !centrosinistra, costituisce un test sul quale può essere misurato, l'alterno prevalere d·elle preoccupazioni di po- . tere e delle pr.eoccupazioni p-er l'eqt1ilibrio demoèratico, all'interno · del p•artito di maggioranza. 13 . '

Antonio Duva Si p·uò notare, per esem•pio, che l'on. Rumo·r, a differenza di altri 1esponenti •doro1tei, •dop·o aver rieagito in te·rmini di ,diffidenza · al •processo• dell'unific·aziione socialista, p·ervenne, sin ,dal Co.ngresso di Milano, ad un atteggiamento assai più fiducioso, c·he· co,nfermò durante la p·residenza dell'ultimo ministero di coalizio,n•e. Opposto, invece, l'atteggiamento dell'on. Moro. Co,m.e prima è stato rico,rdato, l'on. Moro è, fra gli uomini politici democristiani, quello che, probabilmente, ha avuto la più esatta percezione· del significato storico d'ell'esp.erienza di centrosinistra. No11 ·a caso è stato, n-ella DC, il più convinto, assertore del « governo di legislatura », di una formula, ,cioè, ch,e travalica i limiti di una semplice alleanza .e .assume un piiop1 rio valore auto,nomo .di costruzion·e. Date queste ·prem·esse, diventa .difficile trovare la chiave ·di interpret,anione politica dei giu·dizi espressi dall'on. Moro, dalla dichiarazione di uscita dalla maggioranza di Milano, sino al discorso tenuto durante l'ultim-o Congresso della D·C di R•oma. E non tanto, o no•n solo, per la sostanza di questi giudizi, qu,anto per l'assoluta in.diffe·renza dimostrata per i riflessi che essi avrebbero avuto ·sul quadro, -politi1 CO· ge,nerale e sp,ecialmente sulla crisi socialista. Sarebbe fare un inutile to·rto all',o.n. Moro ritenere che· egli non avesse p:rervisto le gravissime conseguenze che 1e minacce da lui portate .al goverino Rumor .durante l'ultimo· C'ongresso nazionale democristiano -avrebbero avuto per l'unità dei socialisti. E sarebbe, d·'altra p•arte, arbitrario - ci sembra - dare veste razio,n·ale .a qu·esto ,comp,orta·mento, accreditando l'immagine •di un Mo-ro filo-com.unista. La « strate 1 gia dell',attenzione » verso· il PCI p•uò irritare o stupi 1re .solo chi non rioo1rid·a il Mo,ro del 1964, che al c·on·gresso del suo partito afferma: « c'è nel mond•o ·comunista un groviglio di problemi che esso non riesce a risolvere, ,c'è una curiosità, un'attenzione rivolta alla realtà diversa del m·ondo democratico e vi è perfino la ricerca tormentata di un espediente per pen.etriare in questo m,o·ndo ostile, anziché la rinuncia ·ai dogmi, che pure si vedono così largamente intristire e fallire ». E p:roclamare, con ap·p·arente solien.nità, come Moro fece n-el suo -disco,rso di Ro,ma, che «il p,atto, oo-stituzionale esiste nella legge fondamentale dello Stato » è so.prattutto un modo· elegante ·per privare d'i rilevanza politica una tesi rivelatasi, .d'altro c·anto, di breve fo-r.tuna. Risulteriebbe, inoltre, ,artificioso, ignorare la chiarezza con cui l'on. Moro - •come ministro de1 gli Esteri - ha illustrato di recente la « filosofia dell'Alleanza atlantica » davanti alla Co,m.missione 14 ' 'Biblioteca G·ino Bianco

Dopo i dorotei I · Esteri .della Camera, nel c1 orso di un'esp·o·sizione definita, dal « Co:rriere .dell,a S,era », senza equivoci. Non regge perciò l'immiagine •di un Mo,ro filo-comunista, an,che, se· ciò no•n to.glie che la sua nuova collocazione all'interno 1 -della n,c - 01 ggettivamente considerata - ha in,dubbiamente rappresentato per l'azione del p,artito· comunista un punto di riferimento prezioso• ed ha quindi reso ancora più grave una situazione che, di p·er sé, già lo era a sufficienza. · Si deve quindi concludere che l'o,n. Moro, almeno sino al Congresso, d.i giugn-o, h~ - in tutto •eper tutto - impre·sso, ·alla prop,ria azione il carattere di qu·ella « di un uomo di parte, che cerca di far valere nel su·o partito, una politica di p·arte » come· scrisse sulla « Voce Repubblicana » l',o,n. La Malfa. Un uomo di parte· risentito p-er quello -che ormai appare chiaramente un grav~ errore di co-mportamento, dei dorotei: il suo esautoramento· all'indomani delle· ele.. zioni p•oliti,che. Questo errore è certo legato - e in ,ciò sta un.a respo,nsabilità altrettanto grave di uo-mini eh.e oggi sono nel PSI e nel -PSU - al disimpegno socialista. Ma resta, -pur semprre, un errore: no,n già nel senso che l'esautoram·ento di Moro appaia, moralisticamente, ingiusto; m.a proprio. invece sotto il profilo, congeniale ai .dor,otei, dei r.apporti di poter.e. La DC, p•er lia ·sua naturia e per l'articolazione dei suoi gruppi interni, non è p,artito ch·e po·ssa essere governato senza una b.ase assai larga di co,nsenso; l'elezione di Piccoli alla Segreteria, la creazio·ne cioè di q11ella « ac-cop•piata ·dorotea » alla testa del partito e del governo che era stata ricusata qu.ando Colo~bo av:anz.ò la sua candidatura, rapp,resentò perciò una forzatura e no1 n isolo allontanò 1a soluzione dei p-robrlemi di assetto g-enerale della DC, ma orieò anche le ·premesse per il definitiv,o disgregramento della corrente ,dorotea. Questo giudizio non ci pare possa essere modificato dalla constatazione che l'on. Moro, costruì la sua forza congressuale in modo eterog.eneo, usufruendo del consenso di gruppi e -di personaggi noto, riamente lontani dalle sue impostazioni politiche:· questo al con◄ trario dimostra .che egli disponeva di una capacità di richiamo personale ch,e non doveva esse·re sottovalutata. Così · la nuova S-egreteria ·fu spinta ·dalla fo,rza delle co1se a prop,orre ciò che poteva indebolirla ed a rinunciare a ciò che avrebbe p·otuto1 ,con•solidarla: 1 l'on. Piccoli annunciò che· si .sarebbe impegnato per dare un carattere « aperto » ·al Congresso, m,entre è chiaro · che solo da un Congresso impostato come· ratifica -della sua elezi,one sarebbe· potuto uscire raffo~zato; •e, a questo scopo, .sarebbe stato 15 s·blioteca Gino Bianco ., ,. .• .

Antonio Duva essenziale - beni,nteso, dal suo punto di vista - adottare ·un sistem-a maggio,ritario -di ,elezi,o:necong:riessuale, mentre la condizione -del partito 1 impose· il mantenimento del 1si1 stema p1 rop•0Tzionale, incenti\nO·no,n irrile·vante alla p1 ro1lif.er.azione •dei grup·pi, che da tre che erano - almeno formalmente-, al X C'o,ngres.so, a Milano, :diventarono, sette al Congresso 1 ,di quest':estate, a Ro·m1a. Da tutto questo- il pro-cesso di sfaldamento dei dorotei iniziato con Taviani a Milan·o, e contin11ato poi con Moro e co·n Sullo, è stato fortemente ;alimentato, sino al co-ntrasto finale che ha visto o·p·porre Picco,li e Rum10:r ad Andre·otti .e Colo,mb·o, tutti, ormai, in,cap,aci di controllare la spinta centrifuga da cui ·si era ,lasci~ta investire la •COTrente che per dieci a·nni .aveva rapp 1 resentato il centro di attrazio·ne atto,rno al quale costantemente si co·agulava la maggioranza della D·C. Da una simile situazione è scaturita la prima Segreteria non dorotea della DC dal 1959, la Segrete,ria dell'on. F'orlani, n.ata no·n come espre-ssione di un ·accordo politico, ma come pre·m.essa p·er la ricerca di un acco~do, e ·quindi inevitabilmente esposta alla pressio·ne di tutte le ·correnti, ciascuna delle quali fermam-e·nte intenzionata a « colorare» la nuova leadership nel modo più vantaggioso dal proprio p·unto di vista. Né è mancato 1 il tentativo di interpretare l'elezione di Fo,rlani in chiave di ricambio fra una vecchia ed una. nuova· generazione·: qualcosa di simile a quanto avvenne ·p-er Fanfani, per il quale - quando, .divenne ,segrietario •del partito - l'on .. Rum-01 r scrisse, un saggio intitolato, appunto, « Du;e generazioni ». Ma con la politica delle generazioni, in, genere, si fa solo della cattiva letteratura. In realtà l'alternativa che sta oggi di fronte all'on. Forlani e alla DC si può, schematicamente, ricondurre alla formulazione ,di due ipotesi. Per un verso è possibile ritenere -che l'« esplosione» della corrente .di maggioranza abbia p·ro·vocato 11na sp·ecie -di effetto di fall o-ut tale da disseminare nell'intero partito i peggiori difetti del doroteismo. . . In tal caso si realizzereb·be qualcosa di simile a quello che l'o-n. Sullo, nel gennaio di quest'ann 1 0, ha ·scritto su «La Discussione»: «sono, p·ar.adossal,m1ente, le •corirenti antido 1 rotee che tentano .di darsi una struttura dorotea e di prendere e conservare il potere alla dorotea ». Un sempre maggiore spazio riservato alla tattica ed ai giochi 16 .Biblioteca Gino Bianco

Dopo i dorotei di potere condanne,rebbe, allora, la DC ad una masochistica macerazion.e nella propria instabilità sino a qualche sterzata inte·grali- . sta, di destna o ,di sini 1stra, legata a-d un evento importante nella vita del, p,aese: le sempr.e possibili elezioni politiche anticip 1 ate, o l'ele- . zione del Presidente della Rep·ubblica nel 1971. E.d è superfluo aggiungere che ·se tale ipotesi p·rendesse co1rpo le previsioni più amare dof\lrebbero essere formulate non sol10 pie~ il futuro deilla D1C, ma per quello ,delle stesse istituzioni repubblicane. Ma, fortunatamente, è legittima un',altra ipotesi, che 1a S,egreteria Forlani riesca :a ricreare le condizioni di unità interna della D·emo,crazia •cristiana attraverso· il recupero a-d u·na p,o,sizione ,di p,erno democratico nel partito di un co,nsistente arco ,di fo,rze, in modo -da co,nsentir,e al p,artito stesso di riprendere 1ad esercitare con pieno impegn.o il suo ruolo -- appunto - centrale nella vita italiana. Si verrebb,e .a •co,stituire così nella· Demo1crazia cristiana una maggioranza nuova ma sostanzialmente diversa da'lla « nuova maggioranza » richiesta insistentemente dalle sinistre democristiane: quest'ultima infatti è ,direttamente legata ad una scelta, come formula di go,verno, del «bicolore» DC-PSI, di una formula cioè consentita, forse·, .dall'·aritmetica parlamentare, ma no,n dalla realtà del paese. Dare alla DC una ma-ggioranza nuova: è un compito ch,e l'o·n. Fo1 r1ani ap·par:e in grado di assolvere. Si sareb•b.e, in qu,esto caso, realizz.ato quel « rimescolame·nto delle carte » auspicato, sin dal Convegno di S,orrento. E si sarebbe realizzato mediante la dissoluzio,ne dei ,do1 rotei, consumati -da una lo,gica ,di potere che ha p-rogressivamen te -rido,tto le loro -capacità di interpreta:re i mutame11ti e le nuove esigenze .della società italiana. Ma a quale proposta politica gene:rale l'on. Fo,rlani potre·bbe legare il « ·rimescolamento -delle carte» nella DC? Ad una p•ropo•sta, noi crediamo, che tenga conto della sfida lanciata dall'o-n. Amendola qualche tempo fa « -a·.dimostrare cl1e il centro-sinistra è effettivamente autosufficiente, e capace di fare adesso quello che in sei anni non è riuscito, a fare ». C·erto una simile propo,sta non può prendere co:rpo solo grazie all'iniziativa della DC e dell'on. F'o,rlani. Al contrario questo è un compito che tutte le .fo·rze dello schieramento, di centrosinistr.a deb .. bo.no perseguire oon coerenza e con •costanza. . E a chi, p•er caso, osservasse -che questo è un mo·do superato di affrontare i -problemi che ci ~tanno davanti, si p·otrebbe sempre re17 - ., Bibliot ca Gi'no Bianco •

" Antonio Duva plicare affermando, p:rima di tutto, 1che superati davvero non paio,n.o quegli 01b 1 iettivi di ·equilibrio 1demo:cratico, ,di libertà civile e di progresso sociale posti ,originariamente a fon-damento della politica di . centr,oL-sinistra; e poi che, 1 del resto, p1er -dirla con il Cardinale Mazarino, « la ,costanza non consiste nel fare sem1 p,re la medesima cosa, ma nel far cose che siano dir,ette •semprè al· medesimo ·scopo ». . ' ANTONIO DuvA I • ,, • Biblioteea~·no Bianco

Concretezza per la scuola di Oddo Biasini La crisi d-ella scuola medio1..superiore ha assunto ormai tale e così elo1 quente evid·enza, da imporre la ricerca di adeguate e urgenti soluzioni, tanto .più che le riforme del grado universitario e i nuovi in,dirizzi della scuola media dell'obbligo non consentono l'ulteriore permanere della desueta ed inadeguata struttura ·attuale. Su tale crisi esiste una vasta letteratura che n•e ha messo in luce la varietà e complessità degli aspetti e delle cause: queste e quelli vanno ricercati nelle nuove dimensior1i sociologiche di una società che viene trasfo 1 rmandosi veloce·mente e cre·a, insieme con i nuovi rappo,rti politici eiconomici e sociali, nuovi bisogni nel campo dell'istruzione e •della cultura, e nella parti•colare storia del nostro paese in ,cui, ai fenomeni di ritardo e arretratezz,a dovuti ad uno sviluppo economico e politico distorto - sui qu·ali non è qui il caso di soffermarsi - si aggiung.ono tenaci i pregiudizi delle due culture, il p•ersistere di un concetto umanistico-gesuitico che definisce gli studi nell'ambito, di un curriculum essenzialmente letterario, il tenace du·alismo tra filosofia e scienza, conoscenza pura e conoscenza applicata. · Di qui la ne,cessità ,eh-e le linee dell,a futura riforma siano inquadrate in una seri,a analisi, storica e so•ciologica insieme, mirante a ,definire il rapporto. nel quale la scuola si colloca co·n la società di oggi e un p•reciso •concetto di cultura il quale superi o,gni residuo di intellettualismo platonioo e -di umanesimo astratto o p·uramente fi1ologico. · In tema di rapporti scuola-società, in uno scritto• che non in-- tende perse 1 guire 01bbiettivi di originalità scientifica, ma richiamare gli impegni concreti che ap.partengono ·alla sfera dell'azione politi,ca, non p,are fuor di luo,go richia_m,are alcuni con1 cetti che vennero po1 sti a base del programma del primo governo Rumor e costituirono l'orientamento -della P.I. · Nel •documento ,programmatico era, tra l'altro, detto che·: « la scuola si colloca nella sooietà moderna... come struttura autonoma di elaborazione dei valori culturali e civili. Il problema del suo assetto e oggi della sua riforma non è perciò quello di un . 19 iblioteca Gino Bianco

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