... Antonino Répaci Come e1nerge all'evidenza dai pas~i sopra riprodotti, il ·contrasto fra queste due co·ncezioni non è latente n·eppure agli inizi e si manifesta ictu oculi irriducibile e insuperabile. Nell'ardore della lotta per il co,mune obiettivo - l'intervento dell'Itali~ nel conflitto - poté rimanere sopito e accantonato, ma col trascorrere dei mesi e degli anni, durante il conflitto, emergerà a tratti, fino a esplodere a conflitto, conchiuso. Gli interventisti, tutti insieme, rappresentavano una sparuta minoranza del popolo italiano; tuttavia sep·pero organizzare una vasta, intensa e chiassosa azione di piazza da sommergere le voci avversarie, ricorre11do a ogni mezzo, lecito e illecito, quale la calunnia, l'aggressio;ne, la minaccia ecc. Venne così a formarsi, nel crogiuolo di queste polemiche senza quartiere e senza esclusione di colpi, una mentalità del tutto nuova, ispirata al concetto che l'avversario politico è il nemico da abbattere e da eliminare con qt1alsiasi arma, buona o cattiva, non più maneggiata secondo le :regole del giuoco di una dialettica politica, ma animata soltanto dall'odio sterminatore. In tal modo i neutralisti erano diventati traditori e nemici della patria, alleati, quando non venduti, ad un nemico giuridicamente ancora inesistente. Avevano ben ragione i fascisti a rivendicare nell'interventismo le ragioni del loro sistema e della loro dottrina! Sta di fatto che, allorquando il governo Salandra, dopo avere clandestinamente e fraudolente,mente scelto la strada ,dell'interventismo imperialista e mercantile, in sfacciato dispregio di ogni ideale risorgimentale, inflisse al Parlamento la ferita mortale delle « radiose giornate di maggio » 9, fece scoccare la scntilla di una guerra civile che, se pure sopita e repressa dalla dura legislazio-ne di guerra, dovrà fatalmente esplodere non appena conchiuso l'a:rrnistizio. Ebbene, il mito della « vittoria mutilata » fu un sottoprodo,tto di questo clima avvelenato, di codesta lotta atroce, che contrassegnerà tutto il do·poguerra italiano, e del quale il fascismo costituirà l'ultimo tragico corollario. 4. Il Governo italiano, con la stipulazione del trattato di Londra, aveva tradito sia l'interventismo democratico che l'interventismo nazionalista. Poiché il trattato rimase segreto· fino a quando, nel 1917, i bol~ scevichi non lo resero pubblico, poté dare l'illusione di avere accontentato e gli uni e gli altri. Invece la sua azione fu interamente ispirata al « sacro egoismo » di Anto·nio Salandra: egoismo bensì, ma per nulla sac~o, anzi meramente mercantile, di un mercantilismo gretto, ricatta9 Si veda in argomento: A. REPACI, Il potere e la piazza, in « Nord e Sud » ,novembre 1968. · 96 Biblioteca Gino Bianco
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