.. / La « vittoria mutilata » questo Stato avrebbe dovt1to dare all'Italia in forza di una clausola del trattato della Triplice Alleanza; e successivamente con le Potenze dell'Intesa, con le quali concluse, il 26 aprile del 1915, il patto di Londra sopra segnalato. Ma se questa fu l'azione del Governo, ben più varia e intensa fu l'azione delle forze politiche, i cui schieramenti subirono un vero e proprio sconvolgimento a fronte del problema della neutralità e dell'intervento. Si scissero formazioni politiche, per l'innanzi o,mogenee, in tronconi contrapposti: gli uni per la neutralità, gli altri per l'intervento; e contemporaneamente si formarono schieramenti e raggruppamenti ibridi e posticci, tenuti insieme unicamente dal comune intento di conservare la neutralità o di provo,çare l'intervento nel conflitto. Gruppi eterogenei e avversari accaniti come socialisti, cattolici e giolittia:µ.i si trovarono uniti a sostegno, della neutralità; laddove socialisti riformisti, socialisti mussoliniani, repubblicani, radicali, liberali conservatori e nazionalisti si strinsero in alleanza in favore dell'intervento. Peraltro fin dagli inizi della campagna interventista si fece palese la irriducibile eterogeneità di fini delle varie formazioni alleate. L'interventismo nazionalista e liberale mirava a fini di conquiste territoriali e di espansione su aree marittime; l'interventismo, che viene denominato « democratico », pur constando, di correnti diverse, mirava a1 completamento dell'o,pera risorgimentale con la conquista delle terre di nazionalità italiana, con la sconfitta di ogni sorta di imperialismo e di militarismo e con la affermazione generale del principio di nazonalità. · Gaetano Salvemini, che fu uno dei più autorevoli espo,nenti dell'interventismo democratico, compagno di lotta di l.,eonida Bissolati, scriveva in data 12 marzo 1915: Quel che l'avvenire prepari al nostro paese, nessuno di noi può saperlo: possiamo affermare delle preferenze, non possiamo stabilire delle p,revisioni. Ma se dobbiamo essere cauti nelle previsioni, dobbiamo essere radicali nlle preferenze. E le preferenze nostre restano ferme, per il problema adriatico, nei seguenti punti: a) Un regno serbo-dalmato-croato-sloveno, che arrivi a Lubiana, comprendendo tutte le popolazioni jugoslave dell'Austria e dell'Ungheria, meno quelle delle zone di confine aggregate all'Italia; b) Annessione all'Italia della Venezia Giulia, delle isole del Quarnaro e della penisoletta di Zara; e) Fiume ristabilita nella sua autonomia tradizionale sotto la garanzia solidale dell'Italia e del'la Serbia,. oppure aggregata all'Italia, secondo che la maggioranza dei cittadini stabilisca con plebiscito; d) Garanzie di libertà scolastica assicurate nel trattato di pace, dall'Italia agli sloveni e croati delle nuove regioni italiane, e della Serbia ai nuclei italiani di Dalmazia; 93 Bibroteca Gino Bianco
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