Nord e Sud - anno XVI - n. 119 - novembre 1969

/ Argomenti , esempio, è stata predisposta la rivalutazione delle polizze di assicurazione sulla vita (gli istituti del ramo saranno tenuti ad investire una parte delle risorse in titoli azionari); ovvero quando si è tentato di diffondere nella base popolare dei risparmiatori la conoscenza ed i vantaggi dei fon,di comuni di investimento, iniziativa certamente positiva anche se si attende ancora la relativa disciplina legislativa, sollecitata pure dal Governatore della Banca d'Italia nella relazio·ne di. quest'anno. L'operazione patrocinata dall'IRI, tendente ad accelerare il processo di afflusso del risparmio al finanziamento delle imprese, può senz'altro iscriversi nel quadro delle indicazioni del programma economico nazionale. Tuttavia non si è ancora sulla strada giusta per debellare l'anemia del mercato borsistico e per ridare fiducia ai piccoli risparmiatori: la tanto contrastata riforma delle società per azioni è tt1ttora relegata nel « libro dei sogni ». E se non si rimuove questo scoglio non si può pensare ad un effettivo allargamento della base del risparmio azionario. Va rilevato, infine, che l'operazione realizzata dall'IRI non presenta soltanto luci; essa getta anche una vasta zona d'omb·ra sulle conseguenze economico-politiche della privatizzazione di un'apprezzabile aliquota di capitale sociale delle banche di interesse nazionale. La prima riflessione che s'impone è la seguente. Per il passato, quando l'IRI disponeva di maggioranze quasi totalitarie nelle aziende di credito statale, non si è avuta difficoltà ad immettere nei relativi consigli di amministrazione uomini che contemporaneamente erano al timone della grande industria e delle grandi società finanziarie o di ass~curazione, spesso in contrasto con le direttive di politica ecoi1omica governativa. Sicché si è legittimamente dubitato che questi uomini potessero conciliare l'incarico di direzio,ne di una grande azienda bancaria, appartenente allo Stato, con gli interessi personali o di gruppo, dei quali erano in sostanza portatori o tutori scrupolosi. E si è stati indotti a ritenere, pertanto, che il collegamento tra banche irizzate e potere pubblico fosse assai tenue, se non addirittura inesistente. Oggi che il capitale privato è entrato ufficialmente nelle tre maggiori aziende di credito ordinario, sembra naturale prevedere che singoli gruppi verranno a trovarsi in condizioni tali da far sentire anco·ra di più il peso della loro presenza. Non siamo certo in grado di sapere se ed in quale misura l'IRI saprà opporre la necessaria resistenza per ribadire la funzione origi~ naria delle banche d'interesse nazionale: che è quella di strumenti posti al servizio degli interessi preminenti dell'economia nazio·nale. Sta di fatto però che l'esperienza del passato arpmonisce a non fare previsioni più o meno ottimistiche in una situazione che oggi presenta obiet75 · Bib1ioe·ca Gino Bianco

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