Gaetano Troisi l'IRI ha risentito di una certa ambiguità di con1portamento, che l'ha co,ndotto « ad usare troppa moderazione di fronte ai gruppi capitalistici (come nei rapporti con la Mo·ntecatini) ed ai meccanismi di mercato (indebolimento del controllo sulle filiali bancarie)» 6 • Se, dunque, all'origine di siffatto compo,rtamento· pare che non debba porsi solo quella forse eccessiva cautela, non v'è dubbio che il prezzo pagato è stato altissimo e sproporzionato al vantaggio: ben lungi dal costituire il punto- di collegamento con il pubblico potere, la designazione degli amministratori delle banche irizzate, col beneplacito del Ministro del Tesoro che approva con decreto i relativi statuti, ha rappresentato, al contrario, il punto in cui si è verificata una simbiosi tra interessi pubblici e privati, evidentemente in funzione di questi ultimi; altrimenti non avrebbe senso il compromesso dell'Ente di Stato. A meno che no•n vi sia stata adeguata contropartita che, per ovvi motivi, sfugge all'osservatore comune. Negli ultimi tempi la situazio·ne descritta 110n ha mostrato diverse e radicali tendenze evolutive. Recentemente si è però registrata una grossa novità: l'IRI - come si è già accennato - ha chiesto- ed ottenuto la quotazione in borsa delle tre banche di interesse nazionale, collocando tra il pubblico dei risparmiatori un numero di azioni contenuto entro limiti tali da non far perdere a~l'IRI stesso il controllo della maggioranza del pacchetto azionario. In effetti si è p·roceduto all'aumento del capitale sociale (aumento collocato in Borsa) nella seguente misura: per la Banca Commerciale Italiana, dagli attuali 40 miliardi a 60 miliardi di lire; per il Credito Italiano, da 30 a 45 miliardi; per il Banco di Ro•ma, da 25 a 40 miliardi. Questa operazione (acco·mpagnata a quella, analoga per l'Alfa Romeo) costituisce - come è stato detto nel comunicato ministeriale - una dimostrazione della volontà dell'IRI di ricorrere in più ampia misura allo strumento delle emissioni azionarie per il finanziamento degli investimenti del gruppo, in conformità con le direttive del governo. In proposito conviene ricordare che già il testo del p·rogramma economico nazionale, ·volgente ormai al termine del quinquennio, ha ampiamente insistito sulla necessità di « mobilitare un più vasto afflusso di risorse verso il mercato azionario,», ed ha parimenti indicato come meritevoli di particolare rilievo le iniziative atte « ad assicurare una sempre più am.pia formazione di risparmio ' istituzionale ' delle classi lavoratrici ». A dire il vero, qualcosa si è mosso in questa direzione: quando, ad 6 JEAN MEYNAUD, Rapporto sulla classe dirigente italiana, Ed. Giuffrè, Milano, 1966, pag. 92. 74 Biblioteca Gino Bianco
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