Antonio Duva La proposta n. 493, del 10 ottobre 1~68, che attualmente è àll'esame della Commissione Interni della Ca1nera dei Deputati, prevede infatti · in favore dell'Ente lo stanziamento di un co·ntributo una tantum di 3 miliardi e mezzo e di un contributo ordin~rio• annuo di 1 miliardo, « fino a quando non sarà d,isposta una so,luziorie definitiva del problema della destinazione dei beni e dei servizi facenti capo all'Ente medesimo». Ora, a parte l'osservazione che il contributo richiesto è più del do·ppio del disavanzo attuale dell'Ente, appare leoito esprimere forti fliserve sull'utilità di una proposta del genere ai fini di una reale riforma deJ.la Gioventù Italiana. Se, infatti, una riforma non è avvenuta in venticinque anni, pur in presenza di una situazio,ne di incertezza giuridica e di precarietà finanziaria, non si vede davvero come possa avvenire una volta che l'Ente abbia ricevuto - nell'ipotesi di approvazione della pro-posta dell'on. Merli - non solo un notev~le co11tributo finanziariio, ma anche una sostanziale, pur se implicita; legittimazione a svolgere la propria attività. Di fronte a questo stato di cose, ci si sarebbe aspettato- che il Comitato per lo studio dei problemi deLla gioventù esaminasse in modo più specifico la situazione dell'Ente che rap-presenta la più rilevante dispo·nibilità patrimo·niale in questo campo, e fornisse indicazioni volte non solo a delineare una sistemazione generale del rapporto fra lo Stato e il mondo giovanile, ma a suggerire anche provvedimenti,· magari di minore portata, comunque di effetto più rapido. Il Comitato·, invece, - a parte il pregevole lavoro di documentazione svolto - si è pr,evalentemente dedicato ad un dib·attito un po' astratto su due temi: quello della partecipazione, e qui11di della rappresentanza dei giovani, e quello della unificazione delle iniziative dello Stato nei confronti del mondo giovanile. Il risultato, il progetto di istituzione di un Servizio Nazionale della Gio·ventù che dovrebbe assorbire la Gioventù It,aliana ed il CIVIS, è molto ambizioso, ma viziato da troppi elementi di incertezza e da alcune proposte assai discutibili (un complicato sistema di articolazione regi~ nale del Servizio; l'individuazione del carattere rappresentativo delle Associazioni giovanili, limitata agli a,sp·e~ti quantitativi; l'intro·duzione del principio della cooptazione, negli organi diirettivi del Servizio, di rappresentanti ( !) di forze giovanili non organizzate istituzio·nalmente ). E, soprattutto, il Comitato non sembra essere riuscito a_formulare una scelta realmente chiara tra l'adesio-ne coerente al p·rincipio dell'autonomia giovanile, che provoca il rifiuto di ogni rappo•rto fra lo Stato e le organizzazioni giovanili, e l'accettazione - altrettanto coerente - del principio della compartecipazio·ne· dei giovani alle scelte che li riguar64 Biblioteca Gino· Bianco
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