Antonio Duva De Palma, faceva presente che i compiti affidatigli dal governo dovevano considerarsi giunti ad una fase conclusiva. La sostituzione del prof. Candelora con un funzionario del Ministero della Pubblica Istruzione, il prof. Mario: Tortonese, segna invece l'inizio di una fase di sostanziale opposizione della Gioventù Italiana alla sua liquidazione. Questo atteggia•mento si accentua con l'assunzione del commissariato da parte di esponenti democristiani, che si succedono dal 1950 al 1961: il prof. Giovanni Elkan, l'avv. Arrigo Paganelli e il dott. Giovan11i Valente. La pubblica amministrazione, per parte sua, si comporta in modo incoerente: da un lato, ignora, a partire dal 1948, le richieste della Gioventù Italiana di riscossione del contributo previsto, da una legge mai abrogata; dall'altro, non si oppone alla alienazione da parte dell'Ente, per sopravvivere, di una parte cospicua del suo patrimonio: misura alla quale si fa ricorso in modo via via crescente, a partire dal 1951. Si determina co·sì una situazione assurda: in via di fatto la Gioventù Italiana non svolge alc11na attività di rilievo ed appare in ogni caso estranea al mondo giovanile, che beneficia in modo molto ridotto del suo cospicuo patrimonio; sotto il profilo formale, invece, il trascorrere del tempo consolida la posizione dell'Ente. Il Consiglio di Stato (IV Sezione, decisio,ne del 1950) afferma: « la G.I.L. costi·tuita come persona giuridica di diritto pubblico non è stata soppressa e pertanto continua a vivere sotto la denominazione di ' Gioventù Italiana' come Ente a sé stante,, titolare del patrimonio della G.I.L. ». Di avviso analogo, come si evince da alcune sentenze, è la Corte di Cassazione. Non sembra, evidentemente, anomala la sopravvivenza di un Ente al quale un provvedi1nento ha sottratto le finalità e i m·ezzi necessari per conseguire i propri scopi istituzionali. Ben diverso i,I pensiero della Corte dei Conti, che in una relazione al Parlamento ha fermamente rilevato che « il commissariato della Gioventù Italiana •non è legittimato a svolgere, in via no·rmale e permanente, i compiti che esso attual1nente di fatto cura » 3 • 3 Sta nella Relazione della Corte dei Conti sulla gestione di Enti sottoposti a controllo, concernente l'esercizio 1961. La Relazione presentata dalla Corte dei Conti al Parlamento nel 1964, è stata esaminata dalla 1a Commissione del Senato (Interni e Presidenza del Consiglio) il 23 febbraio 1967. È questa forse una delle rare occasioni in cui il Parlamento si è occupato della Gioventù Italiana. È vero, infatti, che dal 1949 ad oggi risultano ,presentate ben dodici proposte di legge sull'argomento, ma 62 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==