Nord e Sud - anno XVI - n. 119 - novembre 1969

Giornale a più voci I società pre-in·dustriale. Sta di fatto, comunque, che a Caserta gli operai delle maggiori industrie non si sono lasciati coinvolgere nella rivolta. Un'ultima cosa vorrei dire, a ·proposito di un'altra affermazione del professor Servadio. Fatti come qu1 elli di Caserta possono accadere, ha detto Servadio, perché oggi n.el mon·do non c'è sfo1 go all'aggressività dell'uomo, perché non c'è un·a « vera » guerra. Fermo restan,do che, se ciò fosse vero, bisognerebbe ringraziare la Provvidenza che ci dà i moti di Caserta in luogo dell'atomica, mri p·enn·etto di avanzare - da p·rofan,a - qualche riserva. D'accordo: in tempo dii guerra fatti del genere non accadrebbero. Ma ciò dipende, a mio avviso, dal fatto che in tempo di guerra gli uomini sono duramente ricondotti al senso delle ·proporzioni. Quando ad ogni momento può capitare di uccidere o di essere uccisi, l1 e vicende calcistiche sbiadiscono, e soprattutto ci si rend·e conto di quan,to stupida e ottusa sia la violenza, e quanto inadeguata a risolvere i p1 roblemi t1mani. Non è questo un discorso che porti a conclusioni di ordine generale, naturalmente. O forse una conclusione è possibile: tra i perico1li ch·e minacciano l'uomo, il pit1 grave è forse l'i1 ndebolirsi della facoltà di valutazione, senza della quale non si può dare un'effettiva libertà di scelta. Ciò che importa, ha detto qualcuno, non è tanto l'aumentare o il diminuire dell'in·dice di criminalità, qu·anto piuttosto il mantenere ben chiara l'identità del delitto. La moralità non è altro, in fondo, che l'assunzione di respon·sabilità. Di fronte agli altri, con1e di fronte a se stessi. ROSELLINA BALBI 57 .BibiotecaGino Bianco

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