.. Rosellina Balbi si lanciò in una serrata requisito,ria contro, l'i111putato; ed era quasi giunto a dimostrarne la colpevolezza, quando un atterrito collaboratore riuscì a segnalargli in qualche modo che si trovava lì nella veste di avvocato, difensore. Allora, senza minimamente scomporsi, il penalista co:ntinuò: « Questo, signori giurati, è ciò che tenterà di farvi credere il mio illustre avversario. M·a, conie vi p1 roverò subito, 1a tesi non regge ». E passò a demolire con bella disinvoltura le argom·entazioni che aveva fino allora sviluppate. Se dall'aneddoto è lecito ricavare un succo, •non p,uò essere che il seguente: di ogni cosa si può dire tutto e il contrario di tutto. È press'a poco quanto è accaduto a pro,poisito dei fatti di Caserta del settembre scorso, quando un'intera città fu devastata perché la locale squadra di calcio era stata retrocessa nella« serie» infeniore. Gio,rnalisti, sp1 ortivi, studiosi ,di costume, sociologi, p·sicologi, uomini politici, citta 1 dini comuni, ciascuno ha creduto 1 di dover dire la sua, offrendo una spiegazione che molto spesso era in totale contrasto con le spiegazioni altrui. Può essere interessante fare una rapida rassegna di quanto è stato detto 1 e vedere se è p·ossibile arrivare a·d una qualche conclusione; non già sullo specifico episodio di Caserta, ma, più in generale, sulle manifestazio,ni di violenza legate alle vicen•de del calcio. A chi ha messo in rapporto la rivolta .di Caserta con l'aTretratezza civile del nostro Mezzogiorno, si è fatto ossen 1are che le inten1peranze si moltiplicano sui campi di fooball di tutto il mondo, ivi compresa l'Italia del Nord, dove (lo ha ricordato Antonio Ghirelli) una finale di campionato tra l,e squadre del Genoa e del Bologna provocò in passato scambi di rivoltellate, e dove un arbitro 1 fu inseguito fino a Milano dagli esasperati tifosi di una città lombarda, per essere poi aggredito e gravemente· malmenato. A chi ha ravvisato nella futile motivazio-ne ·dei tumulti casertani il pretesto per l'esplosione di una rabbia ben piì1 antica e soprattutto ben più giustificata, si è obiettato che tl'n discorso del genere non può valere, ad esem·pio, per i tifosi inglesi che fan.no a pezzi i treni dell'underground e devastano la stazio·ne di Piccadilly Circus, nel cuore di Londra. A chi ha parlato di un fe-- nomeno tipico dell'alienazione umana in regin1e capitalistico, si sono contestati gli episoidi di furia collettiva verificatisi alcune settimane or sono a Plovdiv, nella Bulgaria comunista. A chi, cl1iamando in causa Marcuse, ha rovesciato ogni colpa sulla soci·età industriale (capitalista o co·munista, poco importa), si è fatto notare che il Mezzogiorno d'Italia, e più ancora l'America latin.a - dove n·el 1966 l'allenatore della squadra nazionale brasiliana fu minacciato di morte per non avere saputo vincere il titolo mondiale di calcio ai cam·pionati di Lo,ndra, e dove quest'anno una partita Honduras-El Salvador ha scatenato addirittura la guerra tra i due paesi - sono scarsamente rappresentativi della civiltà tecnolo·gica. Così, ancora, a chi ha p.arlato di « infiltrazioni maoiste» fra i tifosi tumultuanti (sembra che il Presi·dente del C01 NI ab·bia addossato la responsabilità dell'accaduto alla « minoranza tep1 p•istica » che, « dopo aver devastato i recinti universitari e scolastici, si è rovesciata anche sulla scena dello sport »), si è contrapposta la testimonianza di chi ha veduto con i propri 54 BibliotecaGino Bianco
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