Il Piano abbandonato I menti in atto - di soddisfare pienamente le ingenti esigenze di o·ccupazione espresse dai lavoratori provenienti dai settori « più arretrati ». Infatti, m·algrado una positiva ristrutturazione del mercato di lavoro « in direzione delle attività di lavoro dipendente e a più alta remunerazione», il bilancio dell'occupazione registrerà nel corso dell'anno un saldo passivo di 230mila posti di lavo,ro. Si noti -peraltro che, a,ccanto al fenomeno della diminuzione dell'occupazione totale, si registra a·nche una diminuzione della disoccupazione,. La contrad,dizione è comunque solo apparente, poiché ciò •che in ultima analisi si contrae è l'offerta -complessiva di lavoro: si registra cioè una uscita i;ietta dalla fase di lavoro, -cioè da quella popolazione che è occupata o cerca attivamente occu-- • paz1one. Ora, vi sono vari motivi che concorrono a determin-are l'abbassamento del « saggio di partecipazione», tra i quali: l'elevamento dell'età media di ingresso sul mercato del lavo,ro da parte ·delle classi più giovani (in conseguenza dell'aumento del tasso di scolarità); l'abbassamento, sia pure lieve, dell'età media di pensio-namento; l'abbandono della condizione di lavo-ratore da parte di donne e -anziàni coinvolti dai m·assicci spo·stamenti di popolazione in atto nel paese: d·alla campagna verso la città, dall'agricoltura verso l'industria. E tuttavia la diminuzione delle forze di lavoro si verifica in Italia di fronte a fenomeni che non per questo possono essere considerati senza preoccupazione. Oltre alla persiste·nza di rilevanti , flu.ssi migratori verso· l'estero, occorre infatti considerare i fenomeni di spostamento a grande distanza della popolazione all'interno del p·aese: spostamenti che. oltre a creare problemi ·nelle zone di esodo, ne creano ormai i·n misura rilevante anche nelle zone di immigrazione. Di modo che, se sembra ragionevole supporre che in una ·situazione di maggiore dinamismo delle attività industriali il settore agricolo espellerebbe quote ancora più ingenti di lavoratori, è a·nche da rilevare obiettivamente un progressivo asso,ttigliarsi dei limiti di elasticità dell'offerta potenziale di lavo,ro: sia in termini di mobilità territoriale (i'l1rappo·rto alle crescenti difficoltà di insediamento al Nord) sia in ter1nini di mobilità professionale (in co,nsiderazio•n,e dell'innalzamento del livello tecnologico dell'attività industriale ~ delle sempre maggiori difficoltà di un passaggio graduale da attività tradizio·nali ad attività moderne della manodopera, sempre· più spesso reclutata direttamente dall'industria nei settori più arretrati dell'eco·nom~a). · 21 Biblioteca Gino Bianco
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