L'uo1no senza dimensioni e sociologo inglese Asa Briggs che stia per cominciare (e qui Briggs ha citato un'espressione di Joffre Dumazedier, il teorico della « società del tempo libero » ), « una nuova mutazione umanistica », la quale « potrebbe essere anche più profonda dello stesso Rinascimento ». Solo che, è forse il caso di aggiungere, mentre il primo Rinascimento poneva in tutta evidenza l'uomo ed il suo genio creativo, questo nuovo Rinascimento tende soprattutto ad una eliminazio11e dell'iniziativa del singolo, ad un controllo e ad una pianificazione - ed è stato proprio Briggs a parlarne - persino dei suoi svagl1i, dal momento che egli prevede che negli a1111ifuturi « nell'organizzare questo mondo dello svago ( ...) l'importanza maggiore. verrà attribuita ai computers ed agli specialisti dai qt1ali dipendono le ricerche e l'espansione ». Se Galbraith ci av,eva detto che l'economia e la politica saranno dominate dalla « forza trascendente » degli apparati, Briggs ,ci dice qui11di che anche l'liomo ludens vedrà (o non vedrà forse, dal momento che, come ha scritto una volta Moravia, « un fenomeno negativo che si estende alla totalità ,degli uomini, cessa di essere negativo per mancanza di ' testimoni ' », e diventa semplicemente la « condizione umana » ), anche l'homo ludens, dicevamo, vedrà scomparire la sua capacità di iniziativa persino in quel settore che tradizionalmente· era indicato come libero, e che sarà invece affidato ai « pianificatori dello svago », anch'essi armati, come gli economisti e i politici, di formidabili computers. Non poteva mancare, in questo esame della dimensio11e uma11a nel prossimo futuro, un aocenno alle questioni cL1lturali che questa nuova situazione dell'uomo potrà in1plicare. Ma su tale questione nessuno degli interlocutori è riuscito ad a11dare oltre l'enunciazione di principio che la rivoluzione tecnologica, creando appunto u11a nuova condizione umana, imporrà la creazione di u11a nuova cultura. Asa Briggs si è limitato a dire che nel prossimo futuro sare1no soltanto « più consapevoli delle particolari difficoltà di adatta1nento e capiremo meglio l'universale mutazione umanistica », m,entre Herma11 Kahn, che ha cercato di andare piu a fondo alla questione, ha scritto che « l'aspetto più importante del decennio 1970'-1980 non sarà tanto l'effettivo sviluppo tecnologico, quanto un aumento nella capacità di capire il probabile significato della 11uova tecnologia e della cultura post-industriale »: dal momento che l'ormai imminente passaggio dalla fase industriale a quella post-industriale è importante per lo meno « quanto la rivoluzione agricola di diecimila a11ni fa o la rivoluzione industriale di duecento aru1i fa ». I 13 s·blioteca Gi o Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==