L'uorno senza dimensioni I le •circostanze che creano la politica estera ed è la burocrazia cl1e adatta l'azione politica alle circostanze ». E Galbraith con,clude che « tutto sommato dovremmo essere felici che sia co,sì, specialmente se si guarda al futuro. E questo perché vuol dire che· la politica estera, a parte i gravi i11cidenti, è molto più prevedibile di quanto sarebbe se fosse opera degli uo1nini ». . Si vede ,da questo passo •come l'autore de La società opulenta ammetta eh-e la previsione è possibile solo là dove l'azione in,dividuale è esclusa. Lasciamo da parte, almeno per ora, se ciò sia un be·ne o un male: Galbraith, come si è visto, ritiene sia un bene il fatto cl1e la politica estera, almeno quella delle superpotenze (che poi in questa visione del futuro a livello planetario è ancora quella che conta di più), sia controllata e dominata da apparati burocratici che, a suo dire, costituiscono ormai una « forza trascende11te ». Naturalmente nasce qui il dubbio su come possa poi verificarsi che un'azione politica individt1ale sia « delu-dente », mentre una collettiva, nascente da una somma di azioni individuali, possa non esserlo. Comunque sia, Galbraith ritiene che questa « forza trasc-endente » condiziona, negli Stati Uniti con1e in Unione Sovietica, tutta la loro azione politi 1ca, anche quella sociale, interna: « in entrambe le società la forza guida non è l'individuo, ma l'organizzazione » per cui « una delle cause p,rincipali di tension.e so,ciale in tutti e -due i paesi è la chiara impotenza dell'individtlo nei suoi rapporti con la buro·crazia pubblica e industriale ». E anche dagli altri scritti della serie di cui ci andiamo, occupando sembra emergere che, da qualunque parte si affronti il problema - sia in te·rmini di politica interna o estera, sia su q_uestioni sociali quali quelle del lavoro e del tempo libero, sja su questioni scientifiche - il nostro futuro sarà caratterizzato da una pro·gressiva sco1nparsa dell'azione individuale e vedrà una partecipazio11e sempre n1inore, non solo dell'individuo singolo, ma degli uo,mini nel loro complesso, ai prossin1i avvenimenti. Questo fenomeno appare dovuto soprattutto al gigantismo industriale, per cui, come ha detto an1 cora Galbraith, le comunità te·cnicamente più progredite, quali Stati Uniti e Unione Sovietica, « devono obbedire agli stessi imperativi, che sono quelli della produzione industriale su vasta scala co·n una tecnologia avanzata »; e questo porta co,m-econseguenza •che·in questa so1cietà « gli uomini sono soggetti alla disciplina sociale e mentale » dell'impresa industriale, privata o statale che sia. Naturalmente questa progressiva eliminazio11e cl-ella funzione individuale comporterà che le nazioni , . 11 Bibli.otecaGino Bianco
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