Nord e Sud - anno XVI - n. 119 - novembre 1969

l'alogero Muscarà spettive che la chiusura di Suez ha aperto p·er quel che riguarda i traffici che si servivano del can·ale ci pare sem·pre importante e il modo più conveniente inoltre per celebrare il centenario dell'inaugurazione di un'opera che è stata lungamente esaltata. · Non si tratta, naturalmente, di un discorso facile, e non solo per la scarsezza di informazioni, comune in questi casi, ma anche per l'estrema fluidità del quad 1ro p1 olitico in cui si inqt1adrano le prospettive relative a Suez. Alcune ipotesi tuttavia appaiono meno i1nprobabili, a cominciare da quel,la che si riferisce alla riapertt1ra del canale: difficilmente Suez ritornerà ad essere navigabile tra poco tempo. Forse il canale resterà chiuso ancora per parecchi anni. Valgano p1 rima di tutto alcune considerazioni di carattere finanziario. Un rapporto riservato valuta in sei mesi di temp·o ed in una sp,esa di cento milioni di dollari il costo per la riapertura di Suez. Dal giugno ·del 1967, cinque rottami im•prigionano nel Lago Salato 15 navi. Ancora, ad un anno ap,pena dalla chius11ra, 60-70 cm di sabbia si erano depositati sul fon·do. Oggi ,dovrebbero essere quasi il doppio. Lo sforzo compiuto dal go,rerno egiziano·, dopo l'interruzione del '56-57, per rendere il canale accessibile alle navi di 60 mila tollennate, è a•ndato perduto. Dai 12 metri siamo ritornati a 10. Poco tempo ancora e - come è stato detto paradossalmente - Nasser potrà trasfo 1 rmare Suez in un canale di irrigazione per coltivare patate. Né va dimenticato infine come le persistenti condizioni di guerra abbiano ridotto a città fìantasma i centri abitati di maggior rilievo, che già sono stati colpiti direttamente dalla fine dei traffici: Ismailia, Suez, Kantara e ' . COSI via. Ma anche sotto il profilo militare e politico le cose non vanno meglio, nonostante qualche recente schiarita. Dalla fine della guerra dei sei giorni è stato t1n continuo crescere di azioni di gt1erriglia, di rappresaglie, di sabotaggio•. Il segretario dell'ONU, U Thant, ha recentemente parlato, a proposito del conflitto tra Egitto ed Israele, di « guerra controllata ». Il rischio di precipitare, da un giorno all'altro, in un co,nflitto senza più controlli è ancora gravissimo. Né le inten• zioni dei belligeranti possono rassicurare. E le stesse grandi potenze, se sembrano, ·decise a non sfociare in un n11ovo conflitto aperto· e sono certamente contrarie a·d un p-eggioTamento dei rapporti internazionali eh~ abbia origine dalla crisi di Suez, ap,paiono per altro interessate a mantenere la situazione in equilibrio instabile, p,er non per-der-e i vantaggi o p·er non consentire alla controparte di guad<:1gnarne di mag- • • gion. • 120 Biblioteca Gino Bianco.

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