Nord e Sud - anno XVI - n. 119 - novembre 1969

/ ·' Napoli: imprevidenze e reticenze un malanimo piemontese e non come la condanna giusta di una mentalità napoletana. Si potrebbe dire che essi, quegli scrittori di cose napoletane, per difendere Napoli da Saredo, l'hanno poi esposta a Lauro. Dunque la questione napoletana era già grave e difficilissima in tutte le sue connessio·ni amminist·rative, po1 liticl1e, economiche e sociali, che nessuno più di Nitti è riuscito nel passato a precisare. Ma la questione napoletana è diventata ancor più grave e più difficile, non solo, inquadrata nella questione urbana del paese che ha preso corpo negli ultimi decenni, o nella questione meridio11ale, che non si pone più soltanto come l'aspetto più vistoso della qt1estio,ne agraria di cui parlavano, alcuni decenni or sono, in quest'aula, Stefano J acini e Giustino Fortunato, ma anche e soprattt1tto come l'aspetto più qualificante della questione industriale, che è qualificante di tutto, l'orientamento della politica di pro,grammazione che noi vorremmo portare avanti. Perché la questione napoletana è diventata più grave? Perché negli anni '50 ci sono state a Napoli vicende po1itico-amministrative che hanno esaltato le peggiori tradizioni del malgoverno napoletano, quelle appunto già venute alla luce con l'inchiesta Saredo. Noi paghiamo oggi il costo del malgoverno di Lauro e ·della sua consorteria. I frutti di quella stagione di folle 1nalgoverno sono venuti a maturazione oggi e sono frutti avvelenati, anche per non essere mai stati contrastati. Non sono mai stati contrastati perché talune ramificazioni del « !aurismo» sono sopravvissute fiorenti al tronco che si è rinsecchito. Quale che sia la ·buona fede e la buona volontà di questo o quell'amministratore, è mancata la volontà politica di pro,durre lo sforzo necessario per disinnescare il meccanismo di corruzione montato dalla consorteria che con Lauro ha governato, o meglio sgovernato, la città. La gravità del fenomeno che ngli anni '50 ha investito Napoli come un'alluvione, è stata colpevolmente sotto•valutata. Così certe pratiche di malgoverno hanno trovato eredi a Napoli e imitatori nella pro·vincia. Quel meccanismo di corruzione è stato anzi perfezionato e resta quindi operante al di là della fine del « !aurismo », alle spalle dello stesso cen~ tro-sinis.tra. Meccanismo di corruzione imperniato sull'attività edilizia. E quelli che possiamo ben chiamare i predoni dei suoli, riescono a condizionare (lo dico a11che come studioso di problemi politici, e non solo come politico) i rapporti di potere nella città e dintorni; riescono a condizionare questi rapporti come e più che ai tempi di Lauro e della sua consorteria organizzata in partito. E questo perché altri partiti e altri uomini hanno concorso ad accaparrarsi l'eredità dei « comparaggi » cui la consorteria di Lauro aveva· dato origine· e consistenza. 109 Bi.blioteca Gino Bianco

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