Francesco Compagna il potere di decidere e che non hanno voluto tenere conto di quanto essi stessi sapevano. e naturalmente delle proccupazioni e degli allarmi di coloro che pensavano e parlavano soltanto in funzione degli interessi generali e perrnanen,ti della comunità cittadina. Ma l'ultima e più grave imprevidenza è stata commessa dopo che una commissio,ne di tecnici, incaricata dalla stessa amministrazione comunale di Napoli, aveva presentato nel 1967 una documentata• relazione sulle condizioni del sottosuolo napoletano ed aveva esplicitamente raccomandato di non consentire ulteriori edificazioni nelle zone colli- . . ' nari, gia gravemente compro1nesse. D'AURIA. Per questo quell'assessore fu cacciato dalla giunta! COMPAGNA. Si è potuto valutare, appunto in questi gio~ni, in quale conto siano state tenute le conclusioni e le raccomandazioni della con1missione d'indagine sul sottosuolo. E per quanto riguarda in particolare le racco 1mandazioni di non costruire nelle zone compromesse, l'onorevole Caprara ha citato alcuni dati che sono esatti: più di 50 mila sono i vani cc)struiti negli ultimi tre . anni. Questo è l'aspetto di emergenza della questione napoletana. Ma que- , sto aspetto di emergenza io vorrei cercare di inquadrarlo nel contesto di tutta la questione napoletana, come si è venuta configurando in questi . anni .. Ci sarebbero molte considerazioni da fare sulla questione napoletana che, come diceva Gaetano Salvemini, è un aspetto peculiare, un capitolo originale della piì1 generale questione meridionale. La questione napoletana era già grave ai tempi di Salvemini. Erano i te1npi dell'amministrazione Summonte-Casale, i tempi dell'inchiesta Saredo. E proprio l'inchiesta Saredo è -un documento che io vorrei consigliare alla lettura di co]oro che sono stati incaricati di condurre oggi un'inchiesta sugli abusi e sugli scandali edilizi nel Napoletano. Da quel documento si ricavano indicazioni sulle tecniche del tradizionale malgoverno napoletano. E male hanno fatto qu-egli scrittori di cose napoletane che, più o meno tendenziosamente, hanno voluto interpretare la lettera e lo spirito dell'inchiesta Saredo come espressione di 108 Biblioteca Gino Bianco
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