Nord e Sud - anno XVI - n. 118 - ottobre 1969

I / La Costituente e la scuola . D'altra parte - lo si è visto, molto recentemente - anche « l'alleanza » tra genitori e studenti contro la scuola, a sco·pi per dir così « contestativi », nasce solo da contingenti e particolaristici risentimenti per qualche bocciatura mal digerita, e per giunta assume spontaneamente, o le si fa assumere ad arte, una fisionomia politicamente reazionaria, e una impronta di qualunquismo facilone. Nel periodo preso in esame, la scuola soffriva anche perché non era facile adattare, a strutture antiquate e ormai inadeguate, « ancora del tipo tradizio,nale gesuitico·» 19 , contenuti nuovi. Ma so1 prattutto perché questi contenuti si intendevano esclusivamente come cambiamenti, trasfo,rmazioni, eventuali innovazioni, nella fisionomia, rimasta statica, dei « programmi », mentre non vi era una visione sufficientemente chiara della situazione presente e del possibile assetto futuro, che attribuisse nuove finalità alla istruzione e alla educazione, co·me espressioni di una società profonda·mente mutata. La Montessori in una intervista 20 affermava: « Anche per i licei va bene il mio metodo. Se uno studente è immerso in uno studio che gli piace, perché interromperlo?». « Non tutti debbono fare le stesse cose alle stesse ore ». « Quando si fanno le cose che piacciono si impara di più ». Era la premessa per creare una scuola veramente rivoluzionaria, no·n nel senso· banalmente demagogico che si dà oggi a questo termine, ma perché avrebbe consentito di cooptare in modo organico e razionale, a tutti i livelli, tutti gli ingegni, evitando l'attuale, rovinoso, spreco di cervelli, di cui già risentiamo, e ancor più risentiremo, se non si trova subito· rimedio. E si badi che il rimedio non è certamente la assoluzio·ne finale di una « maturità » più o meno « contestata», per quelli che hanno avuto la ventura di non essere dispersi lungo la strada. Si rimase invece generalmente fedeli a'l1 l'immagine di una scuola nata con lo scopo di conservare le strutture piramidali di un mo11do basato sulla disuguaglianza e sul privilegio di pochi, che, con l'eliminare via via spietatamente un sempre maggior numero di « concorrenti », consentisse solo a pochi di completare gli studi medi, soprattutto il liceo-. A quei pochi, poi, erano viceversa aperte co,n larghezza le porte dell'università, alla ,quale, sia all'inizio che alla fine, era in pratica consentito operare solo uno scarto minimo, e anch'esso basato più su altri fattori che sulle vere qualità intellettuali. Ad esempio, Bernini riteneva un principio vali,do1 , « l'unico vera19 Atti Ass. Costit. Discussioni Voi. 331 pag. 3190 (Calosso). 20 PAOLO MONELLI, I bambini non possono fare la rivoluzione, Intervista a Maria Montessori, « La Stampa», Torino, 8 maggio 1947. 97 ~ibliotecaginobianco

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