Nord e Sud - anno XVI - n. 118 - ottobre 1969

/ La lunga paura di Bucarest Sovietica sarà disposta a tollerare l'irrequietezza dei rumeni, è difficile dire. Indubbiamente, il successo della politica di Ceausescu dipende in buona parte anche dalla congiuntura internazionale. La riprovazione pressoché unanime dell'opinione pubblica internazionale per l'invasio,ne della Cecoslovacchia, le critiche ch•e l'iniziativa ha incontrato fra gli stessi partiti com11nisti e, non ultime, le difficoltà sia interne che esterne dell'URSS, rendono assai impro·babile la ripetizio·ne di un gesto analogo nei confronti della Ro,mania. Alla salvezza del paese l1a poi co·ntribui to il fatto che la sua « eresia » non intacca minimamente l'ideo1ogia comunista. L'atteggiamento di Bucarest rappresenta però un cattivo· ese,mpio per gli altri p·aesi del blocco; e pertanto non si può escludere, in via pregiudiziale, che le pressio·ni so,vietiche possano tro-vare sbocco in un intervento armato. È chiaro, però, che in una simile eventualità, i sovietici tro•verebbero t1n'accoglienza diversa da quella ricevuta a Praga: « Una guerra difensiva non può essere che una guerra po·polare e la vittoria si otterrà non solo1 sul fronte, ma con la lotta generale del popolo intero. Questo è il senso delle misure adottate dal p·artito, e dal governo per la formazio,ne delle guardie patriottiche e l'addestramento militare della gioventù ». Co,sì Ceausescu nella sua relazione al coingresso. L'aver collegato- l'eventualità di t1na guerra po,polare a provvedimenti che, com'è noto•, furono presi dopo l'invasio 1 ne della Cecoslovacchia, in·dica da quale parte incomba la minaccia. La lunga paura co-ntinua. ENRICO VITIELLO 91 -Bibliotecaginobianco

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